Quer pasticciaccio brutto del Forum Universale delle Culture di Napoli. La fondazione spagnola che detiene il marchio bussa cassa per 3 milioni di euro, che non ci sono. Ma de Magistris rassicura tutti…
Le premesse erano eccellenti e di larghissimo respiro: “Con il Forum Universale delle Culture 2013 si intende rafforzare il posizionamento strategico della città di Napoli sullo scenario internazionale e rilanciarne l’immagine ed il suo ruolo di grande capitale culturale. Tutto ciò si rende realizzabile attraverso l’apertura di un confronto su arte, cultura e tradizioni di […]
Le premesse erano eccellenti e di larghissimo respiro: “Con il Forum Universale delle Culture 2013 si intende rafforzare il posizionamento strategico della città di Napoli sullo scenario internazionale e rilanciarne l’immagine ed il suo ruolo di grande capitale culturale. Tutto ciò si rende realizzabile attraverso l’apertura di un confronto su arte, cultura e tradizioni di tutti i popoli del mondo; la promozione per la partecipazione diretta all’evento di tutte le realtà locali interessate e di alcune città simbolo per ogni continente; il coinvolgimento diretto ed attivo della cittadinanza locale e di tutti gli attori che vivono e fanno vivere lo spazio urbano, l’investimento sulle nuove generazioni iniziando da subito un processo di trasformazione diffuso e continuo sui valori e sui contenuti culturali del Forum”.
I fatti, invece, parlano oggi di un’Italietta arrendevole e litigiosa, dove ciascuno rincorre le proprie verità senza collaborare per un fine buono e comune, fra schermaglie, polemiche, discussioni, prima politiche, poi ideologiche, poi di nuovo politiche. È successo di tutto, attorno al Forum Universale delle Culture, programmato a Napoli per il prossimo anno. Dapprima l’ira dell’inventore Nicola Oddati, poi il patetico entusiasmo di Vecchioni, quindi il fiducioso arrivo dell’avvocato Sergio Marotta, tra consiglieri che se la danno a gambe, l’occupazione della sede e un imprevisto commissariamento come ciliegina sulla torta. Alla fine getta la spugna anche il governo, dopo che il sottosegretario agli Esteri Staffan de Mistura, a Castel dell’Ovo l’11 giugno in occasione della presentazione del World Urban Forum, comunica che il Governo non finanzierà più il Forum.
Mireia Belil, la direttrice generale della Fondaciò Forum de les Cultures (l’organismo di Barcellona titolare del marchio del Forum) preferisce non parlare, ma filtrano indiscrezioni che la dicono preoccupata. Corre voce, anche sulla stampa, che la fondazione voglia subito 3 milioni di euro, altrimenti salterà tutto. Nessuno si fida più dell’Italia, professori o non professori. Intanto slitta di un mese e mezzo l’inizio del Forum. Doveva partire il 10 aprile del 2013, invece il taglio del nastro si sposta – ma i 3 milioni si troveranno? – al 25 maggio. Lo annuncia proprio la Fondazione di Barcellona, in un comunicato ufficiale che non aggiunge commenti. Sei settimane in più, per organizzare il calendario degli appuntamenti. Il guaio c’è, è stato fatto. E la credibilità deve essere riacquistata. È sempre così quando si perde la fiducia. Tutto questo tradotto in soldoni cristallizzerebbe solo lo stanziamento regionale di 15 milioni di euro di fondi europei, in un clima rovente di disagio imbarazzante e palese incapacità organizzativa. Ma la megalomane robustezza delle spalle del sindaco de Magistris, rafforzata da un lavoro di sintonia con il presidente della Regione Caldoro, aggira l’ostacolo e punta dritto all’obiettivo: “Nessun cambiamento di marcia, il Forum delle culture parte l’ultimo sabato di maggio del 2013 e terminerà l’ultimo sabato di settembre. Entro fine giugno io e il governatore Caldoro indiremo una conferenza stampa”. Del resto già Virgilio ci metteva in guardia: “Vince solo chi è convinto di poterlo fare”…
– Ivana Porcini
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati