Scoprire che Pio Baldi è stato cacciato via perché l’appalto del Palazzo Fendi vicino al Maxxi era troppo ghiotto per farlo gestire a lui. Queste le indiscrezioni
La notizia gira da qualche tempo. E riguarda un’area vicina al Maxxi e di proprietà del Maxxi. Un’area dove, durante il cantiere, erano state posizionate le strutture per la realizzazione del famoso cemento vivo che Zaha Hadid ha utilizzato per edificare il museo. Un’area che oggi, dopo vari progetti (compreso un improbabile museo della scienza […]
La notizia gira da qualche tempo. E riguarda un’area vicina al Maxxi e di proprietà del Maxxi. Un’area dove, durante il cantiere, erano state posizionate le strutture per la realizzazione del famoso cemento vivo che Zaha Hadid ha utilizzato per edificare il museo. Un’area che oggi, dopo vari progetti (compreso un improbabile museo della scienza dall’architettura ignobile), sarebbe stata assegnata al gruppo francese LVMH, quello di Bernard Arnault che, in Italia, possiede robette del tipo Bulgari e Fendi. Proprio il marchio Fendi sarebbe interessato dalla grande operazione sull’appezzamento: qui verrebbe costruito un palazzo che non dovrebbe, come da rumors iniziali, ospitare un hotel (Dio solo sa quanto ce ne sarebbe bisogno nell’area in questione), bensì gli uffici dell’headquarter di LVMH a Roma, un piccolo museo, uno store del noto brand e magari degli spazi laboratoriali. Il tutto governato da un’operazione di project financing da 25 milioni di euro così strutturata: LVMH prende il terreno, costruisce, si tiene il manufatto pagando circa 600mila euro l’anno di affitto al Maxxi che, dopo quarant’anni, ne ritorna di proprietà.
I vantaggi per il Maxxi? Aumenta la patrimonializzazione della Fondazione perché le nuove cubature restano comunque di proprietà del museo; si incassa l’affitto (certo non una cifra che rappresenterà la svolta per le finanze dell’istituzione c’è da dire, ma tuttavia modulabile: magari con rate più alte all’inizio e più basse alla fine); si riqualifica un’area abbandonata con un’architettura di qualità (sempre di Zaha Hadid, anzi pare che il preliminare sia già pronto) e rende ancor più “piazza” quella che un bel giorno dovrebbe essere ufficialmente denominata “Piazza Alighiero Boetti”. I vantaggi per LVMH? Beh, poter fare una grande operazione immobiliare su suolo pubblico senza passare da una procedura di gara che la metta in confronto con altri contendenti. Vedremo come verrà trovata la modalità per evitare i prevedibili ricorsi.
Quel che è certo è che qualcuno, al Ministero o chissà dove, ha deciso che tutta l’operazione sebbene concepita in nuce da Pio Baldi, l’ex presidente della Fondazione Maxxi, non doveva essere gestita da Baldi. Troppo ghiotto l’appaltone da 25 milioni per non tentare di metterci le grinfie sopra…
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