Un regalo per Alfredo Pirri. Una mostra, tre eventi e decine di doni, nel tempio dell’ospitalità. Succede a Roma, da Giacomo Guidi. E arrivano Alvin Curran, Chiara Camoni, Massimo Bartolini…

“Ogni opera o singolo pensiero sarà esposto come un dono non solo fatto al mio indirizzo, ma come un darsi reciproco di sguardi e di pensieri”. Alfredo Pirri progetta una mostra nella mostra, e lo fa pensando alla bellezza e al valore tutto speciale del concetto di “dono”, in quanto canale di condivisione collettiva. Concetto […]

Ogni opera o singolo pensiero sarà esposto come un dono non solo fatto al mio indirizzo, ma come un darsi reciproco di sguardi e di pensieri”. Alfredo Pirri progetta una mostra nella mostra, e lo fa pensando alla bellezza e al valore tutto speciale del concetto di “dono”, in quanto canale di condivisione collettiva. Concetto legato, indissolubilmente, all’idea di “ospitalità”: essere ospite, nel doppio significato di colui che accoglie e di colui che è accolto. Darsi, dare, porgere qualcosa di sé, in forma di frammento materiale, memoria o cimelio, oppure anche solo come intuizione breve, pensiero custodito, coltivato e racchiuso in un segno, un gesto.
In occasione della personale “Crocifissioni e altri paesaggi primaverili“, allestita a Palazzo Sforza Cesarini, sede della romana galleria Giacomo Guidi, Pirri ha chiesto ad alcuni amici ( artisti, scrittori, musicisti… ) di donare opere, parole, immagini, oggetti di affezione. Il piccolo tesoro affettivo troverà posto sulle pareti della galleria, quelle originali e quelle artificiali, articolate in una struttura fatta di pieni e vuoti, pause, piani ed interstizi. Tre tappe in tutto, tre occasioni di dialogo e incontro, in cui presentare, ogni volta, nuovi momenti di offerta e di accoglienza.
Il primo gruppo di ospiti? Si comincia il prossimo 25 giugno con Alvin Curran, che alle 19 suonerà dal vivo lo “schofar”, e poi Mariagloria Conti Bicocchi, Massimo Bartolini, Carlo Guaita, Federico Fusi, Hugo Canoilas, Alessandro Sarra, Alessandro Piangiamore, Chiara Camoni.
Un processo di compenetrazione tra singolarità declinate al plurale, un farsi spazio e ricavarsi tempo, cercando luoghi di contatto e di innesto, gli uni in mezzo agli altri: “come fa l’albero che cerca spazio nel bosco e il bosco che si adagia nella pianura e la pianura che spinge i monti verso l’alto”. La metafora paesaggistica di Pirri è l’immagine poetica di questa suggestione, che sta all’origine del progetto. Perché “dentro questo canto armonico, che ci  abbraccia lasciandoci soli, siamo noi, ora, a guardarci negli occhi”.

– Helga Marsala

www.giacomoguidi.it

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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