Con la morte di Pininfarina l’Italia perde un genio del made in Italy. A lutto il mondo dell’imprenditoria italiana e del design industriale. Addio all’ingegnere gentiluomo, che trasformò l’automobile in opera d’arte

Un destino già scritto, la storia di una vita con un incipit felice e grandi prospettive all’orizzonte. Il giovane Sergio Farina, laureatosi in Ingegneria meccanica al Politecnico di Torino e specializzatosi in Inghilterra e negli Stati Uniti, raccolse i successi dell’azienda del padre, grande protagonista del made in Italy, trasformandolo in vero petrolio: la ricerca […]

Un destino già scritto, la storia di una vita con un incipit felice e grandi prospettive all’orizzonte. Il giovane Sergio Farina, laureatosi in Ingegneria meccanica al Politecnico di Torino e specializzatosi in Inghilterra e negli Stati Uniti, raccolse i successi dell’azienda del padre, grande protagonista del made in Italy, trasformandolo in vero petrolio: la ricerca nel campo del design industriale applicato alle prime automobili, divenne, nelle sue mani, una delle più straordinarie realtà imprenditoriali d’Italia. Dal padre, Pinin, che a 11 anni entrava in officina cominciando una lunghissima gavetta, al figlio, che appresi all’università i fondamenti dell’organizzazione aziendale e i segreti della più evoluta scienza ingegneristica, dà una svolta alla creatura di famiglia e ne porta in alto il nome.
Sergio Farina, il cui cognome divenne Pininfarina nel 1961, in onore del geniale papà, grazie a un decreto del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, è scomparso stanotte, dopo una lunga malattia, all’età di 85 anni. Con lui se ne va un pezzo di storia del design industriale italiano: Pininfarina segnò stile ed estetica del settore automobilistico, sviluppando lo studio della linee e dell’aerodinamica in chiave avanguardistica, puntando, negli ultimi anni anche a nuovi parametri in tema di ecosostenibilità. Il suo nome è indissolubilmente legato a marchi-icona come Ferrari, Fiat, Maserati, Alfa Romeo, Peugeot, Ford.

Presidente di Confindustria tra il 1982 e il 1992, nel 2005 viene nominato senatore a vita dal Presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi. “E’ stato un uomo di grande rigore morale, di grande passione civile che sottolinea: che, con maestria, ha saputo guidare Confindustria in uno dei suoi quadrienni di transizione tra i più delicati“, ha commentato in queste ore Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria. Parole di stima e di affettuoso cordoglio anche da parte di Piero Fassino, sindaco di Torino: “Un uomo che con la sua creatività, universalmente riconosciuta, ha fatto del design industriale uno dei timbri forti del Made in Italy. Un uomo garbato che ha saputo sempre unire alla forte vocazione imprenditoriale un sincero spirito civico e un alto senso delle istituzioni“. “Il Presidente gentiluomo”, come ha voluto definirlo l’ex segretario generale della Cisl Sergio D’Antoni, quando nel 2000 presentò la sua Ferrari 360 Spider, disse: “Con la Modena, già avevamo messo in vetrina il motore. Su uno spider il fascino aumenta ulteriormente. Il motore non rappresenta più un dettaglio: è una cattedrale, come Notre Dame, una vera scultura contemporanea“. Immagine sublime, partorita da un genio del design: l’ingegnere, con l’anima d’artista.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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