Favara Reloaded… Ma non troppo. Grande evento per Farm Cultural Park, nell’agrigentino. Con troppa carne al fuoco, però, si arriva alla frutta. E il melograno gonfiabile s’ammoscia
Favara, entroterra agrigentino con un bel po’ di problemi: abusivismo edilizio, urbanizzazione selvaggia, smaltimento dei rifiuti quasi inesistente, alto tasso di delinquenza e scarsa alfabetizzazione. Un notaio di Riesi, Andrea Bartoli, si propone qualche tempo fa di far rinascere la città attraverso l’arte contemporanea. Così, nel 2010 inaugura Farm Cultural Park, spazio che predilige i […]
Favara, entroterra agrigentino con un bel po’ di problemi: abusivismo edilizio, urbanizzazione selvaggia, smaltimento dei rifiuti quasi inesistente, alto tasso di delinquenza e scarsa alfabetizzazione. Un notaio di Riesi, Andrea Bartoli, si propone qualche tempo fa di far rinascere la città attraverso l’arte contemporanea. Così, nel 2010 inaugura Farm Cultural Park, spazio che predilige i linguaggi new pop e punta su una buona strategia di branding.
Farvara Reloaded, il 30 giugno 2012, celebra il secondo compleanno di questa piccola, effervescente realtà. A piazza Cavour prende vita Grenade, architettura gonfiabile a forma di melograno, realizzata da Sitbon e Feriani, vincitori del concorso PFFF, indetto da Farm e CityVision, mentre al Castello Chiaramontano si attende Italo Rota – presidente di giuria – per una lecture mattutina.
Nel pomeriggio previsti un workshop internazionale d’architettura parametrica, una mostra dedicata agli Orti Urbani, micro interventi di architettura degli studenti ai Mercati all’aperto e un’esposizione di giovani artisti nazionali ed internazionali. Si prosegue con concerti di percussioni, project room, installazioni a cielo aperto, videoproiezioni e una cena di design food.
Qualcosa va storto, però. A arte gli orari mal gestiti e gli spazi dei Mercati, esposti al sole rovente, privi di punti d’ombra; a parte la defezione di Italo Rota, che annulla la lecture; a parte l’assenza dell’internazionalità annunciata e di una visione curatoriale generale… L’incidente vero è uno: l’enorme melograno, collocato al centro del paese, non si gonfia, s’accascia e resta dietro una transenna, triste e sbilenco.
Meglio è andata per l’opera Cortile/Curtigghiu di Anne-Clémence de Grolée, realizzata al termine di una residenza: fili rossi della memoria a connettere una serie di sedute, mentre voci registrate si intrecciano nello spazio ideale della condivisione.
Più che su eventi e concorsi, forse sarebbe conveniente, per Farm, dedicarsi alle residenze, così utili per creare un coinvolgimento tra artisti e gente e luogo, in linea con l’obiettivo di riqualificazione culturale di Favara. Ancora intenso, ad esmepio, il ricordo di Externum Historia, opera proposta l’anno scorso da Giuseppe Lana, anche lui invitato per un soggiorno di lavoro: un metro cubo di asfalto che arrivava della strada provinciale 640, luogo di importanti avvenimenti, tra cui l’assassinio dei giudici Saetta e Livatino, morti ammazzati per mano della mafia.
– Mercedes Auteri
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati