Figliuolo adorato, quel Goya è mio e me lo tengo. Non c’è pace per Carmen Thyssen-Bornemisza, che deve rispondere pure alla denuncia penale del figlio Borja
L’estate è tempo di successo per rotocalchi e periodici leggeri, e allora anche Artribune prova a fare il “Chi”, o il “Verissimo”, dell’arte. E che ci possiamo fare, se alcuni protagonisti dell’artworld sembrano uscire dritti dritti da quelle pagine? Uno di questi è sicuramente – anche fisicamente – Carmen Cervera, al secolo baronessa Thyssen-Bornemisza, che […]
L’estate è tempo di successo per rotocalchi e periodici leggeri, e allora anche Artribune prova a fare il “Chi”, o il “Verissimo”, dell’arte. E che ci possiamo fare, se alcuni protagonisti dell’artworld sembrano uscire dritti dritti da quelle pagine? Uno di questi è sicuramente – anche fisicamente – Carmen Cervera, al secolo baronessa Thyssen-Bornemisza, che sceglie proprio l’estate per occupare le cronache con un classico del gossip, come le diatribe ereditarie.
Dopo aver fatto parlare di sé per la vendita di un capolavoro di Constable, che ha convinto alle dimissioni dal board della fondazione Norman Rosenthal, ora a tenere banco è una denuncia penale giuntale nientemeno che dal figlio Borja Thyssen-Bornemisza. Motivo della contrapposizione, la proprietà di due dipinti, Una mujer y dos niños junto a una fuente, di Goya, e Il Battesimo di Cristo, attribuito a Corrado Giaquinto. Il figlio afferma che il barone Hans Heinrich li donò a lui quando era ancora in vita, la madre ribatte che hanno fatto da sempre parte della sua raccolta personale, perché lasciati a lei. Ed il primo round, malgrado le testimonianze portate da Borja a sostegno della sua rivendicazione, è andato a favore della baronessa: se dimostrate di gradire, magari vi aggiorniamo sul prosieguo…
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