Genio e sregolatezza di una indimenticabile pasionaria. Pordenone celebra Tina Modotti con un evento promosso dal festival Maravee Eros. Tra musica e video proiezioni
“Per omaggiare Tina Modotti abbiamo pensato a qualcosa che avesse l’autenticità e il sapore delle musiche popolari e la forza dirompente della modernità. Con passione”. Parole del Leaping Fish Trio, ovvero Zeno De Rossi (batteria), Enrico Terragnoli (banjo e chitarra elettrica), Paolo Botti (viola, banjo, dobro, mandolino, armonica). Sono loro a interpretare l’anima musicale dell’evento […]
“Per omaggiare Tina Modotti abbiamo pensato a qualcosa che avesse l’autenticità e il sapore delle musiche popolari e la forza dirompente della modernità. Con passione”. Parole del Leaping Fish Trio, ovvero Zeno De Rossi (batteria), Enrico Terragnoli (banjo e chitarra elettrica), Paolo Botti (viola, banjo, dobro, mandolino, armonica). Sono loro a interpretare l’anima musicale dell’evento We Love Tina!, ideato e diretto da Sabrina Zannier e realizzato dall’associazione Maravee in collaborazione con Cinemazero, nell’ambito dell’estate pordenonese.
L’undicesima edizione della rassegna “Maravee Eros” è infatti un omaggio alla straordinaria figura di Assunta Adelaide Luigia Modotti, nata a Udine nel 1896, nel 70° anniversario della sua scomparsa. Intensa e raffinata fotografa, attrice, scrittrice, rivoluzionaria, Tina fu uno dei personaggi femminili più forti del Novecento, con quella vita da eroina romanzesca, immersa tra atmosfere bohemien e rocambolesche avventure da vera pasionaria. A sfogliare le pagine della sua biografia, ce n’è abbastanza per produrre quintali di letteratura: musa di Pablo Neruda e Rafael Alberti, modella, collaboratrice e poi compagna del fotografo Edward Weston, fotografa ufficiale dei muralisti messicani (José Clemente Orozco, David Alfaro Siqueiros, Diego Rivera), grande amica di Frida Kahlo, stella del cinema muto di Hollywood, volto esotico e traboccante di eros, acclamato dalle copertine, agente segreta del Comintern, soldato del partito comunista messicano, moglie e amante di uomini straordinari, tra cui il pittore “Robo” de l’Abrie Richey e il militante antifascista Vittorio Vidali, Tina Modotti morì a Città del Messico a soli 46 anni in circostanze sospette, dopo una vita da proletaria errante, colta e ribelle, passata tra l’Italia, l’Europa e l’America.
Cantò la sua esistenza di grazia, passione e bellezza, Neruda, celebrandola in una lirica che fu il suo epitaffio poetico. E la chiamò sorella, in versi commossi come questo: “Puro è il tuo dolce nome, pura è la tua fragile vita: d’ape, ombra, fuoco, neve, silenzio, spuma; d’acciaio, linea, polline, si costruì la tua ferrea, esile struttura”.
Nel chiostro della Biblioteca Civica di Pordenone, musica jazz e proiezioni danno vita, mercoledì 25 luglio, a uno spettacolo suggestivo, in cui il video mapping di Elisa Seravalli incontra le sonorità vintage e insieme contemporanee dell’ensemble Leaping Fish, tra echi di sonorità cinematografiche ispirate a Morricone, riferimenti al folk e al blues americani, nostalgie dell’eclettico jazz di Bill Frisell e fughe improvvisative. Il tutto in omaggio all’eclettica, incantevole figura di Modotti, che in queste parole di presagio e di saggezza pare raccogliere tutto il senso del suo percorso artistico ed esistenziale: “Accetto il tragico conflitto fra la vita che cambia continuamente e la forma che la fissa immutabile“.
“Marveen Eros”, dopo l’overture estiva di Pordenone, inaugurerà il suo step autunnale al Castello di Susans-Majano di Udine e quello invernale negli spazi delle Obalne Galerije di Capodistria, in Slovenia.
– Helga Marsala
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