L’inizio della fine: vacanze forzate per i centri culturali, così si risparmia. Lo fanno a Valencia, con il Palau de les Arts Reina Sofía…
Fate conto che a Roma, che già deve registrare un’estate con le porte serrate causa austerity a Palazzo delle Esposizioni e Scuderie del Quirinale, si decidesse di chiudere per due mesi anche il Maxxi o – forse il raffronto è più calzante – l’Auditorium di Renzo Piano, per risparmiare sui salari di bigliettai, guardiani e […]
Fate conto che a Roma, che già deve registrare un’estate con le porte serrate causa austerity a Palazzo delle Esposizioni e Scuderie del Quirinale, si decidesse di chiudere per due mesi anche il Maxxi o – forse il raffronto è più calzante – l’Auditorium di Renzo Piano, per risparmiare sui salari di bigliettai, guardiani e addetti alle pulizie. Un paradosso? Mica tanto: va bene che la Spagna finanziariamente pare stia messa un pochino peggio di noi, ma lì l’hanno fatto. A Valencia, dove il direttore amministrativo Concha Gomez ha annunciato la “chiusura tecnica” del Palau de les Arts Reina Sofia dal 14 luglio al 27 agosto.
Noi ci siamo giustamente scandalizzati per il commissariamento del museo di Zaha Hadid, i valenciani saltano il passaggio intermedio e chiudono direttamente. Il mese e mezzo di stop consentirà – fanno sapere i burocrati – un risparmio di 200mila euro, questo è quel che conta. E dire che, come nel caso del Maxxi e anche dell’Auditorium romano, pure il Palau de les Arts non è una struttura importante – e quindi visitata – solo per le sue funzioni di Opera House: è un monumento anche all’architettura contemporanea e visionaria, opera estrema nientemeno che di Santiago Calatrava. Ma se passate da quelle parti, non se ne parla di vederlo: si riapre dopo le ferie…
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