Masbedo in teatro. Saranno “Il rimedio della fortuna” per la musica colta? La risposta arriva dallo Strehler di Milano. Eccovi il report di Artribune, con tanto di foto
Un conto è avere a che fare con i Marlene Kuntz, con Gianni Maroccolo, o ancora con il contrabbassista di area Sigur Ros Borgar Magnason. Altro paio di maniche è affrontare, di petto, un pezzo che si porta sulle spalle otto secoli di storia. Il corteggiamento dei Masbedo nei confronti della musica si arricchisce di […]
Un conto è avere a che fare con i Marlene Kuntz, con Gianni Maroccolo, o ancora con il contrabbassista di area Sigur Ros Borgar Magnason. Altro paio di maniche è affrontare, di petto, un pezzo che si porta sulle spalle otto secoli di storia. Il corteggiamento dei Masbedo nei confronti della musica si arricchisce di un nuovo appuntamento, che vede alzare l’asticella della sfida lanciata – già da tempo – al sincretismo delle arti.
Si è tenuta allo Strehler di Milano la prima assoluta de Il rimedio della fortuna, pagina che Filippo Del Corno ha riarrangiato su un originale del XIV secolo, considerato tra i punti focali della musica medievale. Voce recitante di Fanny Ardant, esecuzione affidata all’Ensemble Sentieri Selvaggi. Giorni fa vi avevamo annunciato l’evento, che ci siamo goduti ieri sera e che adesso vi raccontiamo qui, con una galleria di foto pubblicate in anteprima assoluta.
Si parte a scena nuda, l’odore di olio di lino usato per tenere morbido il palco; la grana low-fi di un occhio che osserva il pubblico, le palpebre accompagnate dal basso continuo di un respiro placido. Poi la musica, che si toglie di dosso la polvere del tempo e sembra uscita dalla penna di Alan Silvestri, o qualche altro guru da colonna sonora hollywoodiana; e le immagini, che mettono a disposizione della voce di Fanny Ardant tutto il repertorio iconografico di raffinata e istintiva sensualità proprio delle ultime fasi del lavoro dei Masbedo.
I topoi narrativi delle uscite più recenti ci sono tutti: dalle possenti colature di vernice alle abrasioni con gli strumenti ortodontici. Stupefacente la duttilità di una performance che riesce a caratterizzare in modo significativo lo show, senza tuttavia mai prevaricare musica e recitato. L’abbraccio, a tratti violento e carnale, a tratti invece molle di una tenerezza sconcertante, è più quello tra una madre e il suo bambino che quello tra due amanti. E, dunque, funziona senza possibilità di confutazione.
Inserito nel cartellone di Milano Arte Musica, l’evento rilancia l’asse tra arte contemporanea e musica colta già premiato dalla regia di William Kentridge per Il flauto magico, approdato la scorsa stagione alla Scala. Per i Masbedo l’occasione di misurarsi con linguaggi ad oggi inesplorati; per il circuito della musica alta una scelta di sopravvivenza, nel tentativo di aprirsi a ventaglio e agganciare nuovi pubblici.
– Francesco Sala
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati