Non le vedi, ma ci sono. Opere mimetizzate col contesto, da intercettare tramite cellulare. Passeggiare tecno-creative, tre le macerie dell’Aquila
Una mostra a L’Aquila. Sì, ma da vedere con gli smartphone. Questo è il progetto che l’ADAM Accademia ha lanciato insieme a “LIcenze poetiche”, L’Aquila eMotion e Noi L’Aquila, con il titolo “Poesia di strada in realtà aumentata”: se la lente d’ingrandimento è data dalla fotocamera dei dispositivi multimediali, scaricando un’applicazione specifica (gratuita) che si […]
Una mostra a L’Aquila. Sì, ma da vedere con gli smartphone. Questo è il progetto che l’ADAM Accademia ha lanciato insieme a “LIcenze poetiche”, L’Aquila eMotion e Noi L’Aquila, con il titolo “Poesia di strada in realtà aumentata”: se la lente d’ingrandimento è data dalla fotocamera dei dispositivi multimediali, scaricando un’applicazione specifica (gratuita) che si chiama Layar la realtà è quella de L’Aquila e delle sue vie transitabili, devastate dal terremoto. Ed è qui che gli artisti hanno “installato” le loro opere invisibili ad occhio nudo, andandole a collocare, nel percorso curato da Giuliana Guazzaroni, nei luoghi più significativi della città, dalla Fontana Luminosa a Santa Maria Paganica. Il progetto, alla sua seconda tappa, (la prima si è svolta a Macerata, dove ha sede l’accademia), ha ricevuto una menzione da parte di Bruce Sterling, che l’ha presentato nella rivista Wired Usa. Coinvolti una quarantina di artisti, molti dei quali suddivisi in coppie. Per l’immagine guida è stata scelta l’opera di Donatella Giagnacovo.
– Santa Nastro
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