Tutti i nomi di Lago Film Fest. Tante menzioni e un vincitore assoluto: trionfa il brasiliano Aly Muritiba. Cade nel vuoto il Premio Sonego per gli sceneggiatori
Si conclude la bella e intensa settimana cinematografica in riva al lago, nei pressi di Treviso. La giuria di Lago Film Fest si è riunita oggi pomeriggio e ha messo nero su bianco i nomi dei vincitori di ogni categoria, scegliendo tra i 150 film in concorso. Uno il vincitore assoluto, trionfatore di questa ottava […]
Si conclude la bella e intensa settimana cinematografica in riva al lago, nei pressi di Treviso. La giuria di Lago Film Fest si è riunita oggi pomeriggio e ha messo nero su bianco i nomi dei vincitori di ogni categoria, scegliendo tra i 150 film in concorso.
Uno il vincitore assoluto, trionfatore di questa ottava edizione: Aly Muritiba vola alto col suo A fábrica, cortometraggio toccante dedicato alla realtà delle carceri brasiliane, soggette a forti controlli repressivi: è la storia di Eloina Duvoisin, madre di un detenuto costretta a piegarsi ai soprusi degli aguzzini per poter far visita al figlio.
Tante le menzioni speciali. Quella per il Miglior Film Internazionale va a Insignificant details of accidental episode del russo Mikhail Mestetskiy: lo strano racconto in soggettiva di un viaggiatore e del suo treno, che s’arresta improvvisamente a pochi metri da una donna che si scopre i seni.
Miglior Film Italiano è Le fobie del guardrail di Marco Capellacci, cinque minuti di metafora onirica, tratteggiando i contorni sfumati dell’universo psichico di un bambino.
Miglior Film d’Animazione Internazionale va a Kuhina, del finlandese Joni Männistö, cartone che racconta il ciclo vitale di ogni organismo vegetale o animale, nella necessaria ciclicità del nascere, crescere e morire.
Per la Fiction – sezione Italia, vince Giovanni La Pàrola, con Cusutu N’ Coddu , film in costume ambientato in un piccolo feudo siciliano di fine Ottocento, tra rivolte di contadini e braccianti.
Miglior Film per la categoria Sui Generis assegnato a Voice Over di Martin Rosete, spagnolo: una voce fuori campo che racconta le infinite possibilità di una storia sempre aperta, misteriosa. Ancora un premio alla Finlandia con Kädessäni di Hannu-Pekka Peltomaa, menzione speciale sempre per Sui Generis: la storia di una bambina che vive di fronte a una porta sempre chiusa, finché un giorno la maniglia gira e niente sarà più come prima…
E di nuovo uno spagnolo, Carlos Irijalba, porta a casa il premio Nuovi Segni, grazie a Inertia, che indaga costruzione collettiva della realtà attraverso la luce. Altre due le menzioni per la categoria Nuovi Segni: Miglior Uso dell’Immagine, che va al film di guerra Hermeneutics, di Alexei Dmitriev, e Miglior Documentario, andato allo svizzero Lesia Kordonets per Die Namenlosen.
Il Premio del Pubblico per il Miglior Film Veneto è stato assegnato a Not To Be di Chelsea McMullan, prodotto da Fabrica, un breve documentario che indaga il concetto di vita, morte e identità, partendo da una scena dell’Amleto di Shakespeare. Menzione Speciale Sezione Veneto a Piccola Terra, di Michele Trentini, in cui un gruppo di persone decide di far rifiorire un paesaggio terrazzato in stato di abbandono.
Premio Unicef al film per i più piccoli C’era un fienile di Beppe de Caro.
Infine, esito clamoroso per il Premio Rodolfo Sonego alla Miglior Sceneggiatura: la giuria decide di non assegnare a nessuno il riconoscimento, che includeva anche 1000 euro per la realizzazione del film sceneggiato: nessuna delle opere in concorso è risultata all’altezza. Menzione speciale a Roberta di Giordano Vanacore, che però non vince non avendo centrato il tema: le sceneggiature in concorso era chiamate a riflettere sul topos della “finestra” partendo proprio d auna farse di Sonego.
– Helga Marsala
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