In partenza per l’Egitto? Attenti a dove mettete i piedi, potreste far crollare la Sfinge e le Piramidi…
Era il 1960, e il presidente egiziano Nasser decise la costruzione della Diga di Assuan, e del grande bacino artificiale che ne sarebbe derivato. Problema: che fare con i famosi templi di Abu Simbel, che il progetto avrebbe sommerso di acqua? La soluzione arrivò – è storia stranota – dall’Italia: oltre duemila uomini, guidati da […]
Era il 1960, e il presidente egiziano Nasser decise la costruzione della Diga di Assuan, e del grande bacino artificiale che ne sarebbe derivato. Problema: che fare con i famosi templi di Abu Simbel, che il progetto avrebbe sommerso di acqua? La soluzione arrivò – è storia stranota – dall’Italia: oltre duemila uomini, guidati da esperti cavatori di marmo italiani provenienti da Carrara e Mazzano, nel bresciano, tagliarono, numerarono e smontarono blocco per blocco i monumenti, riassemblandoli in una nuova posizione un centinaio di metri più in alto, al riparo dalle acque.
Ora potrebbe arrivare il momento di qualcosa del genere: ma stavolta al centro dei lavori potrebbero esserci nientemeno che la Sfinge e le tre Piramidi di Giza. Scienziati dell’Université du Canal de Suez hanno infatti sollevato l’attenzione internazionale sui possibili rischi di crollo dei monumenti, dovuti all’installazione di potentissime pompe destinate a ridurre il livello dell’acqua della falda acquifera della Piana di Giza. Secondo Ali El-Asfar, direttore del sito archeologico, le cause principali dell’aumento del flusso sotterraneo sono i nuovi sistemi di drenaggio della vicina città di Nazlet Al-Seman e le esigenze di irrigazione dei giardini pubblici nelle zone residenziali nelle vicinanze.
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