Milano fa sul serio. Dopo Vicente Todolì all’Hangar, ingaggiato anche Okwui Enwezor. Sarà lui a curare la Città delle Culture all’ex Ansaldo
Quale sarà la ratio? In base a quali riflessioni Milano sceglie di annunciare una notizia importante, come l’aver affidato un importante progetto espositivo ad uno dei curatori più autorevoli a livello globale, in pieno mese di agosto, e senza nessunissimo battage comunicativo? Perché questo accade: e la notizia è davvero grossa, visto che il personaggio […]
Quale sarà la ratio? In base a quali riflessioni Milano sceglie di annunciare una notizia importante, come l’aver affidato un importante progetto espositivo ad uno dei curatori più autorevoli a livello globale, in pieno mese di agosto, e senza nessunissimo battage comunicativo? Perché questo accade: e la notizia è davvero grossa, visto che il personaggio in questione è il nigeriano Okwui Enwezor, direttore della Haus der Kunst di Monaco di Baviera, con esperienze internazionali del livello di Documenta Kassel, Biennale di Gwangju, Triennale di Parigi.
E se l’arrivo di Vicente Todolì alla guida dell’Hangar Bicocca per i prossimi tre anni poteva sembrare la classica meteora in un panorama del contemporaneo in cui Milano fatica ancora a trovare una propria identità ed una progettualità strutturata, l’arruolamento di Enwezor al Museo delle culture extraeuropee all’ex Ansaldo sembra ora poter proporre un panorama decisamente mutato: con una città che finalmente si propone sulla “piazza” con ambizioni da protagonista. Se ne vociferava già dai primi di agosto: ora arrivano le prime conferme, e l’assessore Stefano Boeri ha annunciato che a settembre ci saranno i passi formali.
Secondo quanto anticipato da Repubblica, Marina Pugliese, la direttrice del Museo del 900, sarà chiamata ad occuparsi della parte amministrativa del nuovo spazio, mentre il critico nigeriano dovrebbe diventare il curatore scientifico del polo milanese, “portando a Milano una sua mostra sull’Apartheid, esattamente in tema con il focus del museo di via Tortona, ben diverso dal progetto del Mac, il Museo di arte contemporanea che dovrebbe – condizionale d’obbligo, visto le polemiche e le croniche carenze di fondi – aprire a Citylife”.
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