Siena, il Duomo. Il pavimento più bello del mondo e il bar-da-museo più squallido del mondo. Per le migliaia di visitatori della scopertura straordinaria solo macchinette automatiche

Se qualcuno lo avesse detto al compianto Alberto Ronchey (forse l’ultimo vero Ministro dei Beni Culturali), il giornalista non ci avrebbe creduto. A dieci anni dalla sua legge che istituiva in Italia i servizi aggiuntivi nei musei, ancora il bookshop del MoMA fattura un multiplo di tutte le nostre librerie museali messe insieme, e scene […]

Se qualcuno lo avesse detto al compianto Alberto Ronchey (forse l’ultimo vero Ministro dei Beni Culturali), il giornalista non ci avrebbe creduto. A dieci anni dalla sua legge che istituiva in Italia i servizi aggiuntivi nei musei, ancora il bookshop del MoMA fattura un multiplo di tutte le nostre librerie museali messe insieme, e scene come quelle che vi mostriamo in queste foto sono “disponibili” in ogni angolo nel paese, anche affiancate a manifestazioni di altissimo valore artistico e culturale.
Attenzione, sappiamo benissimo che la Cattedrale di Siena e i suoi strepitosi pavimenti non sono propriamente un museo statale, e che dunque hanno senz’altro avuto qualche difficoltà nell’applicare normative moderne che consentano di dare servizi adeguati ai visitatori. Ma non può esserci nessuna difficoltà burocratica che legittimi un “servizio bar” di questo genere al milione (sì, un milione) di visitatori che ogni anno varcano i portali del Duomo. Non è pensabile che non si sia potuto fare di più e meglio di cinque macchinette automatiche che distribuiscono snack e acque minerali. Non è pensabile, poi, che non si sia provveduto diversamente neppure in questi mesi durante i quali, con la scopertura di quello che il Vasari definì – a ragione – il pavimento più bello del mondo, i visitatori aumenteranno ulteriormente. Eppure questa è la situazione che si presentava a chi, il primo giorno di visita dei pavimenti, si fosse affacciato in Duomo (previo pagamento del biglietto). Una scena emblematica che la dice davvero lunga su quanto potremmo ricavare dal nostro patrimonio e su quanto invece ci lasciamo sfuggire. Quanti posti di lavoro, giusto per parlare terra terra, potrebbe offrire un ottimo bar (se non un ristorante) in quel contesto? E invece niente: il pavimento più bello del mondo e il bar-da-musei più squallido del mondo.
Uno poi si consola osservando che fuori (dove bar non ce ne sono nel raggio di parecchi metri e spadroneggiano le bancarelle) tutto sommato è pure peggio. Con la grande navata centrale dell’incompleto Duomo Nuovo (i senesi nel Trecento provarono a costruire la chiesa più grande del mondo) trasformata in autorimessa a cielo aperto. Per il “godimento” di chi la percorre cercando fondamenta e colonne e per la “gioia” di chi sale nel Museo dell’Opera a vedersi la Maestà di Duccio e, affacciandosi, scopre un cimitero di lamiere…

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Redazione

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