Tino Sehgal, Gino De Dominicis, dOCUMENTA e il mistero delle pagine di catalogo scomparse. Mi si nota di più se ci sono ma sto in disparte o se non appaio proprio?
L’opera c’è ma non si vede, con la performance nella stanzetta al buio dietro la Casa degli Ugonotti. E così, quando prendi in mano il catalogo e non trovi niente a menzionarla puoi solo pensare sia tanto oscura che non l’hanno vista nemmeno loro. Che fine ha fatto Tino Sehgal? Perché non sta sul catalogo […]
L’opera c’è ma non si vede, con la performance nella stanzetta al buio dietro la Casa degli Ugonotti. E così, quando prendi in mano il catalogo e non trovi niente a menzionarla puoi solo pensare sia tanto oscura che non l’hanno vista nemmeno loro. Che fine ha fatto Tino Sehgal? Perché non sta sul catalogo di dOCUMENTA (13)? O meglio: perché viene segnalato, nel sommario, alle pagine 438 e 439 quando poi le pagine in questione nemmeno ci stanno, passando direttamente dalla 437 alla 440? Complotto tipografico? Materiale per la nuova stagione di Voyager? Ma va! Dice l’ufficio stampa che Tino non ha voluto essere rappresentato nel catalogo, in aderenza alla sua nota ritrosia nei confronti della riproduzione fotografica delle opere. Quindi c’è, in sommario; ma non si vede: mancano le pagine. “È parte della sua performance” dicono. Un po’ stile De Dominicis, un altro che fumava dalle narici quando provavano a fotografarlo; e che fuggiva i cataloghi come la peste. Un po’ stile Nanni Moretti, epoca Ecce Bombo: “Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?”.
– Francesco Sala
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati