Venezia Updates: è il padiglione che ha sorpreso di più in tutta la Biennale. E alla fine la Russia ha avuto la Menzione d’onore: la tecnologia come texture per scoprire storie di città nascoste…
Chi ha messo piede all’interno del padiglione Russo, ai Giardini, non può che essere rimasto a bocca aperta per l’allestimento emozionale in cui si è trovato letteralmente immerso. Un percorso che parte dal piano terra con stanze rivestite da piccole fonti luminose, quasi a ricreare un universo di stelle. Queste luci altro non sono che […]
Chi ha messo piede all’interno del padiglione Russo, ai Giardini, non può che essere rimasto a bocca aperta per l’allestimento emozionale in cui si è trovato letteralmente immerso. Un percorso che parte dal piano terra con stanze rivestite da piccole fonti luminose, quasi a ricreare un universo di stelle. Queste luci altro non sono che fori circolari attraverso cui poter osservare delle immagini. La dinamica dello “sbirciare attraverso il buco della serratura” non è certo originale (altri i padiglioni che hanno adottato questo escamotage), ma è senza dubbio singolare il significato che si cela dietro questa scelta di allestimento.
Le immagini che si scoprono, attraverso i buchi, sono le 37 città chiuse create in Unione Sovietica, nel periodo della guerra fredda dal 1945 e 1989, per la ricerca scientifica. Queste città erano note solo ai servizi segreti e completamente invisibili al resto del mondo, persino le persone che vi lavoravano dovevano adottare identità segrete. Realtà invisibili e ignote che si possono ora scoprire una dopo l’altra. La storia fortunatamente è cambiata e le città chiuse hanno lasciato spazio a città aperte, si sale di un piano e si scopre il racconto della città di Skolkovo, vicino Mosca, una i-city completamente destinata alla ricerca scientifica e universitaria.
L’allestimento di Sergei Choban utilizza in questo caso la tecnologia del QR-code come texture di arredo. Tre sale, di cui una a cupola, hanno pareti soffitto e pavimento completamente rivestite da codici che, illuminandosi in modo alternato, danno la possibilità di scoprire i progetti di architettura legati a Skolkovo, grazie ai tablet distributi all’ingresso. La storia cambia perché entra in gioco l’architettura, e i progetti della i-city sono legati a grandi firme tra cui lo studio OMA. Il divertimento del “gioco” che spinge visitatori e semplici curiosi ad aprire tutti i QR code ha per Sergei Choban un significato più profondo: “Il processo di visita del padiglione imita un processo di apprendimento in cui il quadro del mondo non è immediamente visibile e si apre lentamente”. A ricordo di questa esperienza all’uscita vengono distribuite spillette quadrate con un Qr-code che rimanda al sito dell’intero progetto. La Russia conquista una meritata menzione d’onore per un allestimento in cui è riuscita a concentrare storia e tecnologia e a renderle interattive: diamo un’occhiata, con le foto di Angelo Brancaccio…
– Valia Barriello
community.sk.ru/press/events/
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati