Vi eravate dimenticati? Mancano nove mesi, ma l’Italia è ancora senza curatore del padiglione alla Biennale Arte. Intanto anche la Turchia sceglie: ci sarà Ali Kazma
È passato un po’ di tempo, con l’estate di mezzo, dalle ultime volte che l’avevamo fatto notare, per cui qualcuno magari se l’è pure dimenticato. Già, è passato un po’ di tempo, e ora mancano solo nove mesi alla Biennale di Venezia Arti Visive, e l’Italia resta inesorabilmente priva di un curatore per il padiglione […]
È passato un po’ di tempo, con l’estate di mezzo, dalle ultime volte che l’avevamo fatto notare, per cui qualcuno magari se l’è pure dimenticato. Già, è passato un po’ di tempo, e ora mancano solo nove mesi alla Biennale di Venezia Arti Visive, e l’Italia resta inesorabilmente priva di un curatore per il padiglione nazionale. Rischiamo di passare per fissati, ma in fondo il nostro ruolo è quello di segnalare le notizie, ma un po’ anche quello di fare pressioni – coinvolgendo l’opinione pubblica – affinché quelle che sono oggettivamente delle storture vengano corrette: e qui, a parte i tempi già stretti per chi verrà indicato, c’è il paradosso di un Paese che si trova a coordinare diecine di padiglioni, ma poi trascura così clamorosamente il proprio. Ora chiudete gli occhi e provate a immaginare l’espressione “serafica” (per essere cortesi) del ministro Lorenzo Ornaghi, al cui ministero inspiegabilmente continua ad essere delegata la scelta dei curatori: e capirete quanto queste ragioni gli possano essere aliene…
Perché torniamo a discutere della questione, ora, in pieno agosto? Perché arriva notizia che anche la Turchia ha sciolto le riserve, comunicando che a rappresentarla in Laguna a giugno 2013 ci sarà il videoartista Ali Kazma. Un habitué delle biennali di tutto il mondo, avendo già preso parte a quella di Istanbul nel 2001, 2007 e 2011, alla Biennale di Havana nel 2006, a quella di Sao Paulo quest’anno; nel 2010 ha ricevuto il prestigioso Nam June Paik Award. “Sono particolarmente interessato ai diversi modi di affrontare la questione della temporalità”, ha dichiarato il quarantenne Kazma, che nella sua opera indugia spesso sulle attività umane e sull’importanza dei processi e dei flussi di lavoro.
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