Da Krusciov a Gorbaciov, da Stalin a Putin. Alla Viennafair 2012, volendo, anche un ripasso della geografia est-europea…
Chi può dubitare che il nome Vienna Quintet non suggerisca l’idea di un gruppo musicale ben assortito per concerti da camera? Qui, poi, nella capitale della musica. Del Musikverein, dove hanno suonato i grandi concertisti della storia dall’Ottocento in poi. Invece Vienna Quintet, nel linguaggio del New Contemporary, sta a significare tutt’altro. Sono cinque stati […]
Chi può dubitare che il nome Vienna Quintet non suggerisca l’idea di un gruppo musicale ben assortito per concerti da camera? Qui, poi, nella capitale della musica. Del Musikverein, dove hanno suonato i grandi concertisti della storia dall’Ottocento in poi. Invece Vienna Quintet, nel linguaggio del New Contemporary, sta a significare tutt’altro. Sono cinque stati post-sovietici che segnano un capitolo a sé nella gestione russa della ViennaFair. Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Kazakistan, Ucraina. Forse sì, l’arte può offrire la chance di una dimensione altra rispetto alle loro tensioni politiche e sociali irrisolte.
Capitoli, ospiti e programmi performativi a parte, riguardo alle gallerie private ViennaFair 2012 conserva la caratteristica semplicità di sempre: principalmente due sole zone espositive, beninteso sempre nel medesimo padiglione. C’è la vasta area principale delle gallerie che partecipano con artisti e opere a piacere o secondo interventi prestabiliti; e c’è poi la cosiddetta Zone 1, una ventina di gallerie selezionate secondo un progetto scelto e sviluppato da un artista: ed è questo il senso di quell’Uno.
Quanto alla suddivisione degli spazi e alla dislocazione delle gallerie, stando alle prime prove “su strada”, i galleristi dicono di apprezzarne la praticità dello sviluppo. Tra l’altro la griglia dei corridoi sembra ovviare all’effetto dello smarrimento da labirinto, piuttosto frequente altrove. Corridoi larghi, suddivisione ben marcata degli stand, e altre accortezze poco visibili ma efficaci, con punti di riferimento ben marcati caratterizzati da differenti spazi per meeting, per le performance e per il ristoro. Frutto dello studio viennese BWM Architekten, venuto ultimamente alla ribalta, a Vienna e non solo.
– Franco Veremondi
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