Dopo Venezia, via verso Toronto. C’è l’International Film Festival, ed Artribune c’è, pronta a raccontarvi l’evento passo per passo
Neanche il tempo di fare le valigie dopo la Mostra del Cinema, che già Artribune – sempre più International, concedetecelo: si veda il reportage da Buonos Aires sul nuovo museo Macba – parte con la bussola puntata sul Canada. Già in astinenza da film, mentre a Venezia consegnavano i premi (e fortunatamente ci risparmiavamo la […]
Neanche il tempo di fare le valigie dopo la Mostra del Cinema, che già Artribune – sempre più International, concedetecelo: si veda il reportage da Buonos Aires sul nuovo museo Macba – parte con la bussola puntata sul Canada. Già in astinenza da film, mentre a Venezia consegnavano i premi (e fortunatamente ci risparmiavamo la performance canora di Kim Ki-duk), siamo atterrati a Toronto per l’omonimo festival cinematografico.
Spettacolare il primo giro di ricognizione nel quartiere di Entertainment District, dove è situato il Bell Lightbox, la struttura archittonica che accoglie la sede del Tiff. Locali aperti fino a mattina e ovunque party, bellissime ragazze, aspiranti attori e giovani registi. Atmosfera molto più glamour, rispetto ad una mostra veneziana da austerity: ovunque tacchi vertiginosi, gambe stratosferiche e accessori all’ultimo grido. L’evento ha una connotazione tutta diversa dallo stile europeo: destinato principalmente al pubblico comune, che il più delle volte ha proiezioni riservate prima della stampa, un sistema apparentemente meno elitario. Per un quadro più completo aggiornamenti a brevissimo…
– Federica Polidoro
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