“Genova? No, l’Arte Povera nacque all’Attico, un’estate prima…”. La storia la riscrive Fabio Sargentini: nella super-intervista in arrivo con Artribune Magazine numero nove
Il nome per un movimento entrato nella storia dell’arte, ma copiato da un grande regista polacco. I segreti più intimi di un gigante dell’arte italiana, dalla fifa che aveva di volare, a come faceva l’amore. Una galleria d’arte che si trasforma in una piscina. Curiosità, aneddoti, a far da corollario ad un discorso autorevole, lucido, […]
Il nome per un movimento entrato nella storia dell’arte, ma copiato da un grande regista polacco. I segreti più intimi di un gigante dell’arte italiana, dalla fifa che aveva di volare, a come faceva l’amore. Una galleria d’arte che si trasforma in una piscina. Curiosità, aneddoti, a far da corollario ad un discorso autorevole, lucido, sistematico, cinico quel che basta, per riscrivere da un’ottica diversa una bella fetta della “società” dell’arte italiana dell’ultimo mezzo secolo.
A farlo è Fabio Sargentini, “gallerista, attore, regista e scrittore” italiano, anzi romano, come lui stesso tiene a precisare, solo in parte emendando – attore lo mette alla fine – la definizione di Wikipedia. Già, perché Artribune Magazine ha capito che i personaggi che hanno animato da protagonisti il panorama creativo italiano, hanno per certi versi la responsabilità di sostenere le proprie posizioni, e di trasmetterle al prossimo. E quindi da un po’ mette loro a disposizione lo spazio più ampio per farlo: l’abbiamo fatto con Gian Enzo Sperone, con Emilio Mazzoli, con il presidente della Biennale Paolo Baratta, ora è il momento dell’anima della galleria L’Attico. Che non si fa pregare, lanciando sassi – in qualche caso, macigni – nello stagno che di certo non passeranno inosservati. Se non volete restare con la curiosità, non avete che da aspettare l’uscita della rivista…
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