Lido Updates: road movie surreale dal retrogusto cecoviano. E dallo svolgimento imprevedibile: diverte Ja Tozhe Hochu (Me Too) di Aleksei Balabanov
Sulle note sincopate di un improbabile cantante rock russo, alcune persone si incontrano per raggiungere il Campanile della Felicità. Secondo una vecchia credenza la Torre sarebbe nascosta da qualche parte tra San Pietroburgo e la città di Uglic, non lontano da una vecchia centrale nucleare abbandonata. Ma i livelli di radioattività della zona sono più […]
Sulle note sincopate di un improbabile cantante rock russo, alcune persone si incontrano per raggiungere il Campanile della Felicità. Secondo una vecchia credenza la Torre sarebbe nascosta da qualche parte tra San Pietroburgo e la città di Uglic, non lontano da una vecchia centrale nucleare abbandonata. Ma i livelli di radioattività della zona sono più alti di Chernobyl, e chi non è accettato dal patriarca del campanile è destinato ad una morte certa. Un bandito, Matvei, il suo vecchio padre, un musicista, e una prostituta laureata in filosofia sono tutti convinti che saranno prescelti.
Di una vis comica molto russa, Me Too – di Aleksei Balabanov – è una drammedia dai toni cechoviani e dallo sfondo surreale. Insolita nello svolgimento e con una sceneggiatura ben congegnata. Interessante anche nell’aspetto tecnico e nell’apparato retorico, è ricca di buoni piani sequenza e movimenti di macchina che esaltano singolari soluzioni narrative. I paesaggi metafisici scelti dal regista, le gag surreali, i dialoghi non-sense, traghettano gli spettatori in una realtà paradossale e assurda, dove i profeti sono ragazzini che vengono dalla tv, l’inverno arriva valicando un confine, qualcuno corre nudo per due terzi del film, e chi si ferma è perduto…
– Federica Polidoro
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