Né Venezia, né Toronto. Da Carlos Casas a ZAPRUDERfilmmakersgroup, al Milano Film Festival trionfa la trasversalità. Un VerniXage lungo dieci giorni…
Con una Mostra del Cinema di Venezia appena conclusa, ed un Festival di Toronto appena iniziato, si ritrova un pochino affollato, in questi giorni, il panorama dell’”ottava arte”. Eppure c’è ancora qualche evento che riesce a ritagliarsi bravi di visibilità, al cospetto di corazzate come queste: è il caso del Milano Film Festival, che alla […]
Con una Mostra del Cinema di Venezia appena conclusa, ed un Festival di Toronto appena iniziato, si ritrova un pochino affollato, in questi giorni, il panorama dell’”ottava arte”. Eppure c’è ancora qualche evento che riesce a ritagliarsi bravi di visibilità, al cospetto di corazzate come queste: è il caso del Milano Film Festival, che alla sua edizione numero 17 – dal 12 al 23 settembre – torna a proporre la rassegna VerniXage, “indagine sugli spazi interstiziali tra estetiche, linguaggi, tecnologie e circuiti distributivi differenti che dovrebbero rappresentare il futuro del nostro orizzonte culturale”.
Centrale il dialogo tra cinema e arte contemporanea: come in Out e Hilarious, dell’israeliano Roee Rosen – giovedì 13 settembre, al Cinema Ariosto -, indagine che in questo caso dai territori delle arti visive approda alla letteratura, passando per il cinema. Altri appuntamenti in programma sono quelli con Arbeit di Duncan Campbell, Avalanche di Carlos Casas, For in and out, above, about, below, ‘t is nothing but a magic shadow-show di Anna Franceschini, Video and film works 2007-2011 di Invernomuto, All Inclusive e Spell di ZAPRUDERfilmmakersgroup.
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