Storie di ordinaria censura. In Cina non c’è fiera senza polemiche. Sh Contemporary chiude bene, ma con l’ennesimo episodio repressivo. Stavolta è toccato a Chi Peng
Si è conclusa domenica 9 settembre, a Shanghai, la sesta edizione di Sh Contemporary, la fiera più importante in Cina, che ha ospitato oltre 90 gallerie provenienti da 18 paesi. L’ampio respiro internazionale di cui gode l’evento non ha fatto passare inosservato l’episodio di censura avvenuto all’apertura della manifestazione, ricordandoci che quello di Ai Weiwei […]
Si è conclusa domenica 9 settembre, a Shanghai, la sesta edizione di Sh Contemporary, la fiera più importante in Cina, che ha ospitato oltre 90 gallerie provenienti da 18 paesi.
L’ampio respiro internazionale di cui gode l’evento non ha fatto passare inosservato l’episodio di censura avvenuto all’apertura della manifestazione, ricordandoci che quello di Ai Weiwei non è certo un caso isolato, in una Cina ancora oggi molto restrittiva in materia di libertà d’espressione.
L’opera in oggetto è la fotografia di Chi Peng intitolata Monkey King, esposta dalla Galleria M97: un enorme gorilla e una nube di fumo grigio proveniente dall’interno della Città Proibita. Già all’inaugurazione un ufficiale della polizia aveva segnalato l’immagine, durante il suo giro all’interno dello Shanghai Exhibition Center. Alcune ore dopo l’opera era già stata rimossa.
Si dice che quest’anno la censura di contenuto politico sia particolarmente vigile a causa del 18esimo Congresso del Partito ormai alle porte.
Quest’ultimo episodio di censura ha destato un grandissimo interesse nel pubblico. Per M97, però, non era la prima volta: anche l’anno scorso la polizia aveva fatto portar via un’opera dal loro stand, con solo risultato di accelerarne la vendita. La sera stessa della preview un collezionista se l’era già accaparrata.
In realtà Monkey King era regolarmente dpassata al vaglio elle autorità e approvata per una mostra lo scorso maggio a Pechino. Non si capisce perché, dopo soli tre mesi, sia scattata la contestazione. Regole certe e riferimenti per la censura sull’arte contemporanea non ce ne sono: rimane ancora una materia soggettiva, opinabile, sottoposta al giudizio dell’ufficiale di turno.
Non unico in caso di Chi Peng, in questa edizione di Sh Contemporary. Una stampa gigante esposta al piano superiore, che raffigurava un alveare a forma di Cina, costellato di persone, fu subito coperta da un telo bianco, la prima sera. Ed essendo l’opera riprodotta in catalogo, fu addirittura vietata la distribuzione del volume.
In generale, la fiera di Massimo Torrigiani ha riscosso un grande successo di pubblico, con 35.000 visitatori attratti dalla vitalità del mercato cinese.
Tra le italiane, Massimo de Carlo ha presentato Yan Pei-Ming accanto a Carsten Höller, mentre la Galleria Continua si è giocata tutto con un allestimento di ampio respiro, includendo artisti come Pascale Marthine Tayou, Antony Gormley, Michelangelo Pistoletto, Chen Zhen, Loris Cecchini.
– Martina Gambillara
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