Sull’altare dell’arte. A Roma il monolite bianco dell’Ara Pacis ospita il monolite nero di Roberto Pietrosanti, prima opera del futuro Parco Nomade
“La semplicità di un blocco dall’esterno perfettamente squadrato si impone con forza come presenza arcaica e misteriosa. Un’anima brutale, un antro buio scavato con gesti vigorosi interrompe la compattezza geometrica dei piani esterni”. Queste le parole che presentano l’installazione ideata dall’artista Roberto Pietrosanti come primo modulo del Parco Nomade, spazio di circa 40 ettari situato […]
“La semplicità di un blocco dall’esterno perfettamente squadrato si impone con forza come presenza arcaica e misteriosa. Un’anima brutale, un antro buio scavato con gesti vigorosi interrompe la compattezza geometrica dei piani esterni”. Queste le parole che presentano l’installazione ideata dall’artista Roberto Pietrosanti come primo modulo del Parco Nomade, spazio di circa 40 ettari situato nella riserva naturale della Tenuta dei Massimi a Roma. Un progetto promosso dalla Fondazione Volume! e destinato ad ospitare – a cura di Achille Bonito Oliva – moduli creati da artisti e architetti contemporanei partendo dalle dimensioni standard del container da trasporto. Un altro progetto di arte pubblica nella Capitale, scossa su questo fronte dalle vicende del Papa di Rainaldi, di cui è stato appena presentato il rifacimento.
Prima opera dunque sarà il monolite nero realizzato in resina acrilica di Pietrosanti, che viene intanto presentato sul piazzale antistante l’Ara Pacis – contestata ma sempre centrale nella geopolitica artistica capitolina -, dove dialogherà con la struttura di Richard Meier e con lo stesso Altare della pace augustea fino al 7 ottobre 2012. Accompagna l’installazione L’antro, racconto originale dello scrittore e drammaturgo Luca Ricci: “i due percorsi, della scultura e della parola, si intersecano, attivando risonanze trasversali tra arte e letteratura”.
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