Tornano a Roma i Martedì Critici con sede tutta nuova. Paradosso: il Comune chiedeva troppi soldi, il privato ci ha creduto e si è accaparrato il format
Li avevamo lasciati con una nota di incertezza, mista a qualche punta di rabbia e di sconforto. Alberto Dambruoso e Marco Tonelli, curatori del celebre progetto di artist talk Martedì Critici, ci salutavano prima dell’estate, raccontandoci di come fosse diventato difficile portare avanti il progetto sulla piazza romana. Il format, nato a Roma ma esportato […]
Li avevamo lasciati con una nota di incertezza, mista a qualche punta di rabbia e di sconforto. Alberto Dambruoso e Marco Tonelli, curatori del celebre progetto di artist talk Martedì Critici, ci salutavano prima dell’estate, raccontandoci di come fosse diventato difficile portare avanti il progetto sulla piazza romana. Il format, nato a Roma ma esportato a Milano e Bari con successo, da un paio di stagioni era approdato all’Auditorium Mecenate: sede affascinante, di competenza della Soprintendenza comunale, ultimante divenuta troppo costosa. Tra affitto dello spazio, spese di guardania e costi di bigliettazione imposti (coperti da generosi sponsor), lo staff era costretto a sborsare a ogni tappa una cifretta niente male. Tutto, dunque, a carico degli organizzatori: le casse del Comune piangono e sconti non se ne concedono a nessuno.
Ma oggi arriva qualche novità. Saltato l’Auditorium, i Martedì Critici non salutano Roma ma tornano, anche quest’anno, in un altro spazio. Sarà il Chiostro del Bramente, altra bellissima location storica, a ospitarli a partire dal 18 settembre 2012.
Le trattative con l’amministrazione? Naufragate, come si sospettava già. Durante l’ultimo incontro con il Soprintendente Umberto Broccoli, Dambruoso si sarebbe sentito rispondere che non di gabbelle si trattava, ma di regolare “tariffario”: l’escamotage intelligente per creare economie dalla cultura e “mettere a frutto” i beni pubblici. Cosa sacrosanta, per carità. Ma magari a fronte di un piano gestionale che – coinvolgendo anche i privati e prevedendo la messa a punto di strategie ad hoc – non finisca col gravare pesantemente sul singolo utilizzatore del bene, spesso promotore di micro-progetti culturali, privi di ritorno economico.
E per Broccoli, del resto, poco importa se a chiedere uno spazio siano “Woody Allen, Sorrentino o Dambruoso”: pagare e sorridere, la legge è uguale per tutti. E così sia. Questo è quanto ci riporta il critico romano, ideatore nel 2010 della fortunata serie di incontri con artisti internazionali. E allora, in assenza di star e case di produzione, si fa presto a girare i tacchi, ringraziare e salutare. Qualcos’altro arriverà. E infatti è arrivato.
A suggerire l’opzione Chiostro del Bramante è stato l’ex assessore alla cultura Umberto Croppi, che a cuore s’era preso la questione e aveva cercato un modo per risolverla.
Lo spazio è gestito – per l’appunto – da una società, la DART s.r.l., sensibile alla causa e in condizioni di chiedere giusto un contributo per la guardiania: 250 euro contro i 700 sborsati per l’altra sede, amministrata dal Comune. Paradossi delle nuove dinamiche pubblico/privato? Forse. Cambiano i tempi, le economie, le prospettive, i ruoli. E le urgenze delle casse pubbliche, soprattutto.
Si parte quindi tra due martedì, insieme a Sergio Lombardo, seguito il 25 settembre da Luca Maria Patella, mentre a ottobre sono attesi Daniele Puppi, Pizzi Cannella, Giuseppe Salvatori, Andrea Fogli.
E niente paura, tutti gli aficionados che non vivono a Roma potranno seguire il meglio di ogni talk grazie ad Artribune, puntuale con i suoi tradizionali video-report.
Il martedì è “critico”, anche quest’anno. Appuntamento alla prossima settimana, col nuovo start.
– Helga Marsala
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