Tra atto scenico e atto politico. A Terni il Festival Internazionale della Creazione Contemporanea punta tutto sull’attivismo. Con spettacoli che scuotono corpi e coscienze
È tempo di impegno politico, a Terni. Attraverso l’arte, naturalmente. La settima edizione del Festival Internazionale della Creazione Contemporanea, quest’anno intitolato “Up To You”, progetta un intero biennio di lavoro intorno al tema – attualissimo – della convergenza tra estetica e politica. Per due anni il festival ragionerà intorno a possibili strategie politiche nell’arte e […]
È tempo di impegno politico, a Terni. Attraverso l’arte, naturalmente. La settima edizione del Festival Internazionale della Creazione Contemporanea, quest’anno intitolato “Up To You”, progetta un intero biennio di lavoro intorno al tema – attualissimo – della convergenza tra estetica e politica. Per due anni il festival ragionerà intorno a possibili strategie politiche nell’arte e strategie artistiche nell’attivismo politico.
“In un’epoca di rigurgiti nazionalisti, tagli sistematici a educazione e cultura, fondamentalismi religiosi e minacce all’intero progetto europeo abbiamo imparato a diffidare dalle risposte semplici, a non credere agli approcci ideologici, a leggere tutto come relativo, a rimpiazzare il capitalismo con l’eco-friendly, la politica con l’antipolitica, il modernismo con il post modernismo”.
L’unica via possibile? Esercitare la buona pratica del dubbio e del dialogo, provando a sviluppare consapevolezza: puntare sulla partecipazione, suggerire visioni e modelli differenti, offrire idee alle comunità e alle classi dirigenti, diventare cittadinanza e intellighenzia attiva. Producendo pensiero politico.
Tra il 13 e il 23 settembre 2012 si alterneranno una serie di spettacoli ed eventi sul tema. Il cuore della manifestazione è il CAOS – Centro Arti Opificio Siri, nuovissimo polo culturale della città di Terni nato sulle ceneri di una fabbrica chimica dismessa negli anni ’80. Un luogo oggi tramutato in spazio di produzione e fruizione artistica, con i sui 6000 metri quadri di ambienti espositivi, performativi, laboratoriali e di dibattito. Ma sarà tutta la città ad essere coinvolta: verranno usati spazi pubblici, aggregativi, domestici, comunitari, messi a servizio delle varie proposte artistiche. Un modo per ridefinire l’identità di un nucleo urbano in perenne trasformazione.
Tra gli spettacoli più radicali e provocatori c’è la performance dello spagnolo Roger Bernat, Pendiente de voto, che trasforma il teatro in un parlamento: ogni spettatore, armato di telecomando, esercita il diritto di voto e di scelta. Oppure Villa e Discurso, del cileno Guillermo Calderon, che riflette sul destino di Villa Grimaldi, sede delle torture di Pinochet, immaginando un utopico discorso di congedo del presidente Bachelet. E ancora Ana Borralho e Joao Galante, che con Atlas invitano 100 persone del luogo a salire sul palco, nel tentativo di amplificare la voce del singolo nella forma del gruppo. Un lavoro sul senso della comunità oggi. Infine, Fanny & Alexander, con Discorso grigio, una esplorazione dei luoghi comuni dell’oratoria radiofonica, L’Accademia degli artefatti, che mette in scena un testo di Ravenhil, “Nascita di una nazione”, e gli israeliani Public Movement, con il progetto per spazi pubblici Positions, una coreografia di massa in progress, dallo spirito interattivo.
Un’appendice del festival è prevista a gennaio 2013, con il “Post Event” di Up To You: la giovane compagnia cilena La Resentida arriva a Terni con Tratando de hacer una obra que cambia el mundo (El delirio final de los ultimos romanticos). Una performance che gioca con il paradosso, la minaccia e il senso di rivolta: dei giovani serrati per protesta in un appartamento intenti progettano le basi di un nuovo stato utopico.
– Helga Marsala
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