Un festival sull’India tra le colline delle Marche. Riflessioni da Oriente a Occidente, ricordando Tiziano Terzani. Food, musica, danza e arti visive
Atmosfere orientali e meditazione zen, tra le colline marchigiane. II edizione per il Festival “Dolce India“, organizzato dall’associazione Joytinat Yoga e Ayurveda presso l’Ashram Joytinat di Corinaldo, nei pressi di Senigallia: uno spazio realtà fondato nel 2006 dal maestro indiano Swami Joythimayananda. Tra il 14 e il 15 settembre 2012 l’evento – che farà da […]
Atmosfere orientali e meditazione zen, tra le colline marchigiane. II edizione per il Festival “Dolce India“, organizzato dall’associazione Joytinat Yoga e Ayurveda presso l’Ashram Joytinat di Corinaldo, nei pressi di Senigallia: uno spazio realtà fondato nel 2006 dal maestro indiano Swami Joythimayananda.
Tra il 14 e il 15 settembre 2012 l’evento – che farà da cassa di risonanza per il Convegno Internazionale di Ayurveda, giunto alla sua XIV edizione – si apre con un omaggio a Tiziano Terzani, nel giorno in cui lo scrittore fiorentino avrebbe compiuto 74 anni: mentre Àlen Loreti, biografo ufficiale di Terzani, presenta la sua ultima fatica in due volumi, “Terzani – Tutte le opere“, pubblicata dai Meridiani Mondadori, una serie di proiezioni video ripercorrono la storia del grande giornalista. Un modo per addentarrsi nel tema del festival: parlare di “Cambiamento” è anche approfondire la conoscenza di argomenti inerenti la storia, la cultura e la spiritualità del mondo Occidentale e Orientale, grazie allo sguardo di un profondo conoscitore del nostro tempo.
Spazio anche alle arti visive, con gli scatti di Alfredo Bini, fotoreporter dell’Agenzia Cosmos di Parigitra i primi a entrare in Libia prima della definitiva caduta del regime di Muammar Gheddafi, riuscendo così a documentare la guerra civile libica. E ancora in mostra, per un progetto curato da Fulvio Chimento, le opere di Umberto Chiodi e Valerio Giacone, ispirate a un’estetica che arriva dall’Arte Povera e dalla Land Art: realizzati con materiali reperito sul territorio, durante un periodo di residenza presso l’AshramJoytinat, i lavori si ispirano a i cinque elementi su cui si basa la filosofia indiana: Terra, Acqua, Fuoco, Aria, Spazio. la struttura ospitante li esporrà in permanenza come memoria di questa esperienza di soggiorno e di creazione, metafora di un riavvicinamento tra l’arte a i luoghi carichi di spiritualità.
A fare da contorno appuntamenti quotidiani con musica, danza, yoga, cucina, tutto in tema con la cultura e la tradizione indiane.
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