Da Napoli a Berlino, senza ritorno. Supportico Lopez si spostava oltreconfine nel 2008. E oggi trasloca nel palazzo di Douglas Gordon. I nuovi vicini di casa? Artisti e galleristi
Il primo step nel 2003, a Napoli, in un periodo in cui la città era travolta da un bel fermento culturale, con le arti contemporanee a ricoprire un ruolo di primo piano. Supportico Lopez inaugurava allora le sue attività, presentandosi come uno dei primi project space italiani, con un profilo indipendente, un respiro internazionale e […]
Il primo step nel 2003, a Napoli, in un periodo in cui la città era travolta da un bel fermento culturale, con le arti contemporanee a ricoprire un ruolo di primo piano. Supportico Lopez inaugurava allora le sue attività, presentandosi come uno dei primi project space italiani, con un profilo indipendente, un respiro internazionale e un chiaro taglio di ricerca: una sorta di home gallery, all’interno di un appartamento privato, a due passi dalla Fondazione Morra e del Museo Madre, nello stoico rione Sanità. A gestirlo due curatori, Gigiotto del Vecchio e Stefania Palumbo.
Nel 2008, una netta inversione di rotta. Supportico Lopez cambia connotati e collocazione geografica: spostatosi a Berlino, a Kreuzberg, si reinventa galleria e inaugura una stagione diversa, che non sacrifica l’attitudine curatoriale, nonostante la nuova mission commerciale.
Oggi, un altro capitolo che comincia. Ancora un trasloco, stavolta in un luogo prestigioso, che è un piccolo hub in forma di building creativo polivalente, lungo Kurfürstenstraße, nel quartiere Schöneberg.
Il palazzo è infatti di proprietà di Douglas Gordon e ospita, oltre agli studi del pluripremiato artista britannico, anche quelli di Kaspar Koenig, la galleria Sommer and Kohl, il non profit space Veneklasen Werner, una caffetteria, e lo studio di Knut Erik Eriksene.
Nei luminosi ambienti di 200 mq, in cui da oggi si installa Supportico Lopez, trovano posto le installazioni di Michael Dean, protagonista della mostra inaugurale. Interventi concettuali sullo spazio, mimetizzati con l’architettura e in grado di reinterpretare, tra sottili slittamenti di senso e di orientamento, la percezione del luogo e la sua aura. In mostra, fino al prossimo 3 novembre.
– Helga Marsala
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