Domenico Mangano e Lorenzo Bruni: ad Amsterdam è di scena l’Italia. Un nuovo progetto site specific per L’Ozio. Perlustrazioni urbane, sulle tracce del perturbante
Due italiani, che ad Amsterdam sono ormai di casa. Lorenzo Bruni, appena nominato curatore della Fondazione Binnekant21, e Domenico Mangano, che dal 2010 ha scelto di vivere nella capitale olandese. Sono loro i protagonisti del nuovo appuntamento inaugurato da L’Ozio, project space – con tanto di ristorante – nato ad Amsterdam un paio di anni […]
Due italiani, che ad Amsterdam sono ormai di casa. Lorenzo Bruni, appena nominato curatore della Fondazione Binnekant21, e Domenico Mangano, che dal 2010 ha scelto di vivere nella capitale olandese. Sono loro i protagonisti del nuovo appuntamento inaugurato da L’Ozio, project space – con tanto di ristorante – nato ad Amsterdam un paio di anni fa.
Si tratta di una nuova tappa del ciclo di mostre dedicato ad artisti italiani, accomunati dalla ricerca intorno all’immagine in movimento. Hou en Trouw è il progetto, curato da Bruni, che Mangano ha ideato per lo spazio: video, audio e un’installazione, per raccontare il suo incontro con l’Olanda. Spunto del lavoro è il villaggio di Veenhuizen, in origine colonia di rieducazione per i senza tetto, costruita nel XIX sec., poi trasformata in colonia penale e oggi divenuta un parco naturale.
Un luogo stratificato, scandito dal passaggio dei turisti e dalla presenza dei nuovi residenti. Unica traccia del tempo che fu sono le scritte che adornano le facciate delle case d’epoca, regolarmente abitate. Decine di austere sentenze morali, sospese in un nitore metafisico, come didascalie dell’immateriale: Ordine e Disciplina, Sapere è Potere, Lavoro e Preghiera, Dedizione/Devozione, Amore per la Fedeltà…
Nell’eco sbiadita delle comunità originarie, il parco diventa spazio di memoria silenziosa, abitato da nuove identità sociali. In bilico, tra un passato rimosso e un futuro da immaginare.
Mangano gioca con le scritte-reperto, riproducendole, alternandole, contraddicendole, facendone testimonianza tradita. E torna a lavorare col linguaggio anche nell’opera audio piazzata all’ingresso: la sua voce, che mastica l’olandese nel tentativo di impararne i rudimenti, recita in realtà alcune frasi in codice usate dai trafficanti di droga e intercettate dalla polizia. È il tema dell’insidia, celata in una normalità apparente.
Un tema che torna anche nel video War Games, in cui scorrono scene di ordinaria vita cittadina: perfezione cinematografica – camera fissa, tempi lunghi, immagini sospese – rotta solo dal fischio di una sirena. Per gli olandesi un’incursione sonora che segna il paradosso dell’abitudine: prove tecniche del sistema d’allarme nazionale, sparate contro il cielo ogni primo lunedì del mese a mezzogiorno. Tra ansia del controllo e rigore manutentivo, il segnale d’emergenza si fa rassicurante routine, a scandire la cronologia del paese.
Un altro video, dedicato al villaggio di Veenhuizen è adesso in preparazione: Domenico Mangano lo presenterà il prossimo dicembre, sempre negli spazi de L’Ozio.
– Helga Marsala
fino al 25 gennaio 2013
www.ozioamsterdam.com
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