E in Svizzera i referendum decidono anche per la cultura. Tutti alle urne per esprimersi sulla formazione musicale. Si leva un coro: più supporto dallo Stato, la musica è preziosa
Per la serie: Svizzera 1, Italia 0. Vi sembrerà strano, ma nella Confederazione Elvetica i referendum si fanno senza la solita caciara delle urne nostrane: dotati di reale credibilità, non vengono trattati dal politico di turno alla stregua di un’intemperanza infantile. E riguardano anche la cultura. Avviene dunque che la voce del popolo sia stata […]
Per la serie: Svizzera 1, Italia 0. Vi sembrerà strano, ma nella Confederazione Elvetica i referendum si fanno senza la solita caciara delle urne nostrane: dotati di reale credibilità, non vengono trattati dal politico di turno alla stregua di un’intemperanza infantile. E riguardano anche la cultura. Avviene dunque che la voce del popolo sia stata chiamata in causa nei giorni scorsi per pronunciarsi in merito al decreto federale sulla promozione della formazione musicale dei giovani. E succede che i cittadini abbiano votato a favore del decreto medesimo. Tre su quattro. In Ticino la percentuale è stata del 75,83%, mentre nei Grigioni si parla del 72,97. In tutto il Paese si è oltrepassata la soglia del 70%. Se, tuttavia, l’affluenza alle urne non è stata altissima, dimostrando anche nei nostri vicini svizzeri una propensione ad esercitare maggiormente il diritto di voto politico, piuttosto che quello civile, è interessante il dato di fondo: anche un tema come quello culturale può diventare oggetto di un quasi-plebiscito. Il popolo si è espresso e ha chiesto al proprio Paese un maggiore impegno e delle iniziative per l’insegnamento della musica a bambini e giovani, includendo il sostegno dei talenti in erba e l’accompagnamento delle carriere artistiche, in una collaborazione efficace tra Confederazione e Cantoni.
– Santa Nastro
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