In morte di un intellettuale raro. Scomparso nella notte a Roma Firouz Galdo. Non solo l’architetto degli spazi d’arte nella capitale
Poco più di un anno è durata la lotta dell’architetto Firouz Galdo contro una malattia che immediatamente si è presentata come quasi impossibile da fronteggiare. Ma lotta è stata, durissima, senza esclusione di colpi, condotta con una energia da leone. Non è stata sufficiente. Il progettista che solo negli ultimi anni ha dato alla città […]
Poco più di un anno è durata la lotta dell’architetto Firouz Galdo contro una malattia che immediatamente si è presentata come quasi impossibile da fronteggiare. Ma lotta è stata, durissima, senza esclusione di colpi, condotta con una energia da leone. Non è stata sufficiente. Il progettista che solo negli ultimi anni ha dato alla città di Roma la Gagosian Gallery, il nuovo Palazzo delle Esposizioni, la Fondazione Giuliani, lo spazio della collezione Cerasi-Barillari, è scomparso nella notte tra il 18 e il 19 ottobre.
Una visione pulita, lucida, asciutta dell’architettura la sua. Innestata in un quadro di pensiero ampio e onnicomprensivo, alle volte più da urbanista che da architetto. Con un approfondimento che sempre di più si orientava, ultimamente, sui temi della sostenibilità e del risparmio energetico. Ma Firouz era molto altro. E ben di più di un architetto con imprescindibili visioni da urbanista. Era in tutto e per tutto un intellettuale, quel genere di intellettuali profondamente italiani (detto in senso positivo, per una volta), trasversali, onnicomprensivi per così dire. Con Galdo era possibile, infatti, parlare di tutto: politica, architettura, editoria, teatro, arte, cinema, gastronomia. Su ogni disciplina, qui il senso del suo approccio, si affrontava il futuro. Il futuro dell’editoria, il futuro dell’architettura e cosi via.
Due gli appuntamenti in programma per ricordarlo. Domani, 20 ottobre, il funerale alla Chiesa degli Artisti di Roma alle 12. Il 7 novembre serata alla Galleria Gagosian, con una mostra delle sue Attese, sculture realizzate in questi mesi di lotta contro la malattia. Già esposte alla galleria Marte di Roma e pubblicate in un bel libro edito da Sossella. L’attesa che l’architetto nato a Teheran nel 1960 aveva formalizzato si è conclusa nel modo più atroce possibile.
– Massimiliano Tonelli
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