L’arte del videomapping. Incantesimo di suono, video e luce: a Tolosa ha debuttato una straordinaria opera live, concepita dal genio di Romain Tardy. Ecco il video
L’arte del videomapping. Una nuova dimensione creativa che, nell’ambito delle arti elettroniche, fa ormai linguaggio a sé: ri-progettazione temporanea di un’architettura, mixando input visivi e sonori, lungo la linea oscillatoria di pause e pulsazioni ritmiche. Facciate di case, fabbriche abbandonate, chiese, teatri, grattacieli. Il corpo solido degli edifici prende a pulsare, ridisegnato dalle coreografie luminose […]
L’arte del videomapping. Una nuova dimensione creativa che, nell’ambito delle arti elettroniche, fa ormai linguaggio a sé: ri-progettazione temporanea di un’architettura, mixando input visivi e sonori, lungo la linea oscillatoria di pause e pulsazioni ritmiche. Facciate di case, fabbriche abbandonate, chiese, teatri, grattacieli. Il corpo solido degli edifici prende a pulsare, ridisegnato dalle coreografie luminose che, nel cuore della notte, scivolano sulla superficie architettonica, insieme alla musica.
Lo scorso 18 ottobre, sulla facciata principale del Museo archeologico di Tolosa, nell’ambito del “Jardins Synthétiques Festival”, ha preso vita un live straordinario. Opera raffinata e travolgente, che nell’arco di 60 minuti ha incantato il pubblico, consegnando lo spazio intorno, l’aria, l’atmosfera, a un ipnotico incantesimo iconografico.
L’autore è Romain Tardy, membro dell’eccellente visual label AntiVJ, per l’occasione in partnership con Squeaky Lobster, producer di Bruxelles. Pagan, questo il titolo del progetto, ruota intorno alla figura di un poliedro, sorta di fulcro plastico da cui si originano trasmutazioni sottili dell’immagine, in una successione di deflagrazioni siderali, intrecci di linee, costellazioni di simboli pagani. L’origine e il nucleo visivo è in realtà una piccola scultura del III secolo, una testa di baccante ritrovata verso la fine del XVII secolo, qui presenza invisibile, integrata nello schema dell’oggetto geometrico. Un gioco di slittamenti polimorfi, che tramuta il volto in segno, tra evocazione del sacro e vertigine matematica. A documentare Pagan arriva adesso un video, che prova a restituire un po’ dell’emozione sprigionata durante il live…
– Helga Marsala
www.romaintardy.com
www.antivj.com
www.jardins-synthetiques.org
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