London Updates: che ci fa un bimbo su un cavallo a dondolo a Trafalgar Square? Chiedetelo a Elmgreen & Dragset. Contesi tra il Fourth Plinth Programme e Victoria Miro

Fu costruita nel 1841 per ospitare la statua equestre di re Guglielmo IV, che non venne mai portata a termine, e oggi si ritrova ad accogliere le opere dei più importanti artisti contemporanei. È la Fourth Plinth, il plinto orfano di Trafalgar Square, proprio di fronte alla National Gallery. Nel 1998 Mark Wallinger, Bill Woodrow […]

Fu costruita nel 1841 per ospitare la statua equestre di re Guglielmo IV, che non venne mai portata a termine, e oggi si ritrova ad accogliere le opere dei più importanti artisti contemporanei. È la Fourth Plinth, il plinto orfano di Trafalgar Square, proprio di fronte alla National Gallery. Nel 1998 Mark Wallinger, Bill Woodrow e Rachel Whiteread erano stati incaricati di creare delle sculture da esporre temporaneamente sul famoso piedistallo; l’iniziativa aveva riscosso talmente successo da spingere il sindaco di Londra a creare il Fourth Plinth Programme, selezionando ogni anno un artista vincitore, scelto da una commissione d’eccellenza e dal pubblico. Dopo Marc Quinn e la contestatissima Alison Lapper Pregnant e Antony Gormley, che aveva concesso lo spazio a più di 2400 persone, invitate a salire una alla volta, per un’ora, fin lassù, quest’anno il vincitore è stato il duo Elmgreen & Dragset. Che per l’occasione ha deciso di reinterpretare, in maniera giocosa, la tradizione della scultura equestre.
Powerless Structures Fig.101 è una maestosa scultura di bronzo dorato, alta più di quattro metri, che vede uno scanzonato bambino giocare su un cavallo a dondolo. L’imponenza e la preziosità del materiale si accordano con quelle delle statue circostanti, ma la sintonia è soltanto di superficie. Elmgreen & Dragset infatti la utilizzano per celebrare non l’eroismo militare, ma la gioia dell’innocenza e le speranze dell’infanzia. Lontani da una logica di vittoria o di sconfitta, il loro scopo è onorare la battaglia quotidiana, e profondamente umana, che si combatte quando si cresce.

L’opera resterà a Trafalgar Square per alcuni mesi ancora, fino a quando cederà il posto all’opera di Katharina Fritsch, vincitrice dell’edizione 2013, che doterà la centralissima piazza di un curioso guardiano pronto a sorvegliarla dall’alto: un gallo di un intenso blu oltremare.
Un momento d’oro per la coppia di artisti , che a Londra hanno in questo momento anche una seconda vetrina: la galleria Victoria Miro ha infatti appena inaugurato una loro personale, dal titolo Harvest. Una serie di monocromi occupano la prima sala: non semplici dipinti, ma tele che riportano ognuna un sottile strato dei bianchissimi muri di celebri musei e gallerie internazionali. Dalla Pinakothek der Moderne alla Tate Liverpool, dal MoMA, al Centre Pompidou, dal Guggenheim alla Serpentine Gallery. Per l’altro spazio gli artisti ricreano invece un interno di campagna. Tra balle di fieno, attrezzi agricoli, corna di cervo, dipinti astratti e un avvoltoio bianco, un ragazzino dallo sguardo triste è seduto con le gambe nel vuoto, volgendo le spalle al suo piccolo mondo rurale.
L’indagine sull’infanzia si allontana qui dalla dimensione giocosa di Powerless Structures Fig.101 per concentrarsi sulle complicazioni legate alla fase della crescita: le sconfitte, il disincanto, la perdita dell’ingenuità, l’euforia e la malinconia del diventare adulti.

– Roberta Minnucci

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Roberta Minnucci

Roberta Minnucci

Si laurea in Lettere all’Università di Bologna con una tesi in Fenomenologia dell’arte contemporanea. Durante gli studi trascorre un anno all’estero all’Université Le Mirail di Toulouse (Francia) e a Bologna svolge un tirocinio nella Fondazione Federico Zeri ed un altro…

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