Nel nome di William S. Burroughs. Da Kinkaleri a Davide Savorani, riparte a Bologna la stagione interdisciplinare di Xing
“Attraverso tutti i vostri cieli guardate la scrittura silenziosa di Brion Gysin Hassan Sabbah. La scrittura dello spazio. La scrittura del silenzio. Guardate, guardate, guardate”: con questo invito a spingersi verso una sconosciuta alterità si conclude il cut up Lettere dallo Yage di William S. Burroughs. A questo autore, o più propriamente all’uso che del […]
“Attraverso tutti i vostri cieli guardate la scrittura silenziosa di Brion Gysin Hassan Sabbah. La scrittura dello spazio. La scrittura del silenzio. Guardate, guardate, guardate”: con questo invito a spingersi verso una sconosciuta alterità si conclude il cut up Lettere dallo Yage di William S. Burroughs. A questo autore, o più propriamente all’uso che del linguaggio lui fa (lingua come possibilità di esplorazione e di rivolta rispetto al senso comune) è dedicata All!, opera modulare di Kinkaleri, la cui versione bolognese, Threethousand, è parte del programma autunnale di Xing, network che organizza eventi, produzioni e pubblicazioni contraddistinti da uno sguardo interdisciplinare intorno ai temi della cultura contemporanea, e che cura un programma continuativo di ricerca nei propri spazi di Raum. Un linguaggio che adotta logiche altre, anche di epifanizzazione della casualità, accomuna molte delle proposte autunnali. In occasione dell’ottava Giornata del Contemporaneo, si comincia con Faenza di Davide Savorani, una durational performance costruita a partire da brevi istruzioni coreografiche trasmesse a un gruppo di partecipanti, che eseguono ciclicamente una sequenza di azioni ispirate al contesto popolare della città di Faenza: dagli sbandieratori dei diversi rioni, alle azioni teatrali di protesta messe in scena dalle operaie licenziate dalla fabbrica dell’OMSA, progetto sociale, artistico, politico cui il faentino Teatro Due Mondi ha da sempre dato un fondamentale sostegno.
Da segnalare, nelle settimane successive, la presentazione di Pluto Dreams, nuovo progetto del sound artist Lorenzo Senni, nato in collaborazione con il giovane artista inglese Richard Sides, il concerto di Mario de Vega, musicista elettro-acustico e artista visivo, e la presentazione della produzione di live cinema Afghanistan 1969: immagini inedite, girate alla fine degli anni Sessanta in Super8, da una giovane filmmaker, Anna Bavicchi, sonorizzate dal vivo da Renato Rinaldi (live electronics) e Mirko Cisilino (tromba). Infine, meritano attenzione l’incursione di Civile di Fiorenza Menni|Teatrino Clandestino, con e per Paola Villani, co-regista di Pathosformel, azione/riflessione che propone chiavi di relazione inusuali con i contesti culturali in cui l’attore interpreta se stesso presentandosi come un cittadino che opera scelte complesse. E ancora Balaclava Tour di Black Fanfare e Dewey Dell, performance tra musica elettronica e danza, che si agita nel “regno dell’informe”. Un programma prezioso, quello di Xing, proprio per il fecondissimo invito a guardare altrove. Burroughs sarebbe contento.
– Michele Pascarella
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