Paris Updates: inaugurazione campagnola per la Galleria Continua francese. Spazi incredibili e opere di livello. In Italia? Sarebbe semplicemente impossibile
Per chi non li conosce, gli spazi della Galleria Continua a Boissy-le-Chatel, un’oretta di distanza da Parigi, tolgono il fiato. Al confronto, giusto per fare un esempio comprensibile a mo’ di raffronto, gli spazi delle miniere dove questa estate è stata allestita Manifesta, in Belgio, scompaiono. E con loro scompaiono moltissimi contenitori ex industriali spesso […]
Per chi non li conosce, gli spazi della Galleria Continua a Boissy-le-Chatel, un’oretta di distanza da Parigi, tolgono il fiato. Al confronto, giusto per fare un esempio comprensibile a mo’ di raffronto, gli spazi delle miniere dove questa estate è stata allestita Manifesta, in Belgio, scompaiono. E con loro scompaiono moltissimi contenitori ex industriali spesso utilizzati per l’arte contemporanea. Ormai i compound sono due. Un grande mulino e una sconfinata cartiera, distanti un chilometro l’uno dall’altra. In quest’ultima, acquisita dai tre ragazzi di San Gimignano, più di recente i progetti sono ad ampio raggio: una spa, spazi di residenza, un albergo. E si narra anche di potenziali accordi con la non distante Eurodisney.
Oltre ai progetti a lungo termine (da Loris Cecchini a Chen Zhen, da Antony Gormley agli Orta) sabato 20 ottobre, in occasione della fiera parigina Fiac, si sono allestite due mostre personali, quella di Kader Attia e quella, più che museale, di Carlos Garaicoa e un progetto – Sphères 2012 – alla sua quinta edizione che vede coinvolte, con opere appositamente conferite, anche alcune fondazioni e gallerie internazionali (per l’Italia Cittadellarte di Biella e Depart di Roma). Risultato: opere spesso strepitose in contesto unico. Il tutto affiancato da gigantesco buffet campestre, in perfetto stile Continua.
Spazi (li potete vedere nell’ampia fotogallery) che in Italia sarebbe impossibile usare, aprire al pubblico, trasformare in aree espositive. Tra asl, permessi, abitabilità e follie burocratiche i nostri migliori imprenditori, galleristi compresi, vanno giustamente ad investire all’estero, dove fanno loro ponti d’oro.
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