Paris updates: lo snorkeling nell’aldilà. Con un monumento sepolcrale Daniel Dewar e Gregory Gicquel vincono il Prix Marchel Duchamp 2012
A concorrere c’erano anche Valerie Favre, Bertrand Lamarche e Frank Scurti, artisti nominati per il Prix Marchel Duchamp, celebre riconoscimento nato nel 2000 dall’iniziativa dell’Associazione ADIAF, formata da un gruppo di collezionisti riuniti nella volontà di diffondere e promuovere l’arte contemporanea francese nel mondo; tra gli ultimi premiati Mircea Cantor (2011); Cyprien Gaillard (2010); Dominique […]
A concorrere c’erano anche Valerie Favre, Bertrand Lamarche e Frank Scurti, artisti nominati per il Prix Marchel Duchamp, celebre riconoscimento nato nel 2000 dall’iniziativa dell’Associazione ADIAF, formata da un gruppo di collezionisti riuniti nella volontà di diffondere e promuovere l’arte contemporanea francese nel mondo; tra gli ultimi premiati Mircea Cantor (2011); Cyprien Gaillard (2010); Dominique Gonzalez-Foerster (2002); Thomas Hirschhorn.
Alla fine a vincere questa edizione 2012 è stata la coppia di scultori francesi formata da Daniel Dewar e Gregory Gicquel, la più interessante del quartetto, presentata in occasione di Fiac dalla galleria parigina Loevenbruck, con il progetto espositivo Gisant (Effige Distesa), 2012, un divertente e curioso mausoleo in dolerite grigia scura, commissionato da un collezionista per il suo sepolcro nel cimitero di Montparnasse.
Gli artisti seguono la tradizione funeraria cristiana che vuole la posa distesa del corpo, beffando tuttavia la sorte con una maschera da sub al volto e lunghe pinne ai piedi. Nell’attesa del passaggio a miglior vita, gli artisti auspicano al loro collezionista un eterno riposo al sapore di mare, fra profonde e plumbee nuotate in “apnea” nelle baie del paradiso, così come fece in vita fra le basse e le alte maree di questa arte contemporanea. Nel febbraio 2013 i due saranno con una personale al Palais de Tokyo, e a breve a Los Angeles alla Fondazione FLAX, con la mostra Lost (in L.A.) curata da Marc Olivier Wahler.
– Geraldine Zodo
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