Verona Updates: diffidate dalle imitazioni! Scherza il direttore di ArtVerona Massimo Simonetti, che si coccola gli Independents “copiati” da Artissima
Un paio di battute con Massimo Simonetti, direttore artistico di ArtVerona. Come sta andando? Direi che la sensazione più ricorrente che ho riconosciuto in questi giorni nei galleristi e nei curatori che lavorano con noi è la soddisfazione per vedere come la fiera sta mantenendo il livello degli anni scorsi. Sia come qualità delle opere […]
Un paio di battute con Massimo Simonetti, direttore artistico di ArtVerona. Come sta andando?
Direi che la sensazione più ricorrente che ho riconosciuto in questi giorni nei galleristi e nei curatori che lavorano con noi è la soddisfazione per vedere come la fiera sta mantenendo il livello degli anni scorsi. Sia come qualità delle opere esposte sia come qualità degli eventi che presenta. Continuiamo nell’idea che una fiera, per avere successo anche dal punto di vista commerciale, deve essere un piccolo festival culturale. Nella città e nel territorio.
L’impressione è che nelle scelte delle gallerie ci sia tanta pittura, ma pochissima fotografia. Come se lo spiega?
L’anno scorso avevamo, credo, il doppio di fotografia. Probabilmente la crisi economica porta ad un assottigliamento degli acquisti e può essere che qualcuno torni alle tradizioni per sentirsi più tranquillo e più sicuro. In realtà il mercato della fotografia in Italia è esploso, ma non è ancora maturo come altrove: per cui, magari, in tempi più “grassi” è facile rischiare con la fotografia.
Il fatto che ci siano meno gallerie rispetto agli altri anni vi preoccupa o lo prendete come uno specchio dei tempi?
Credo che tutte le fiere abbiano, ad ogni livello, questo tipo di problema. Le gallerie hanno un mercato molto ristretto rispetto agli anni passati, per cui sono più prudenti ad investire nella presenza ad una fiera. Noi abbiamo fondamentalmente una diminuzione del 20% o poco più: che mi sembra accettabilissima. Il fatto che la fiera di quest’anno sia come quelle degli anni passati mi sembra un successo: era il nostro progetto e l’abbiamo fatto.
Parlando con pubblico ed espositori si legge un forte apprezzamento per Independents…
È il nostro grande successo: è uno dei modi migliori per esprimere la nostra voglia di futuro. All’interno di queste associazioni, di questi siti, di questi giovani ci sono evidentemente tutti i protagonisti del sistema dell’arte di domani.
Qualche tempo fa abbiamo scherzando insieme paragonando ArtVerona al Chievo: una squadra meno attrezzata delle grandi, ma che ottiene buoni risultati puntando sul collettivo e, appunto, sui giovani… Sembra il caso di Independents
È un evento che curiamo con grande attenzione, tra l’altro divertendoci per il fatto che qualcuno ci copi. Ci sembra che quando il Chievo viene copiato da grandissime squadre di città incredibili, vuol dire che qualcosa di buono sta facendo.
Restiamo nella metafora calcistica per “non fare nomi”… Allude ad Inter o Milan?
Anche più in là…
Beh, allora non resta che la Juventus!
Eh sì [ride]. Ad ogni modo io credo che tutte le fiere dovrebbero farlo, non penso che una buona idea non debba essere condivisa. A Torino poi hanno avuto tante di quelle buone idee che ci vorrebbe un secolo per raggiungerli!
– Francesco Sala
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