Festival del Film di Roma, ecco tutti i verdetti. Miglior film “Marfa Girl” di Clark, ma la giuria è fischiata, ancor di più dei lungometraggi premiati. Anche per la manica larga con gli italiani
In realtà rumors sospetti giravano già dal primo pomeriggio. Da quando 1942 aveva ricevuto due premi collaterali, è stato chiaro che le previsioni azzardate nei giorni scorsi non sarebbero state più valide. Molti giornalisti entrando in sala per assistere alla premiazione erano già urtati dal ritardo, ma quando sono arrivate le stampate con la lista […]
In realtà rumors sospetti giravano già dal primo pomeriggio. Da quando 1942 aveva ricevuto due premi collaterali, è stato chiaro che le previsioni azzardate nei giorni scorsi non sarebbero state più valide. Molti giornalisti entrando in sala per assistere alla premiazione erano già urtati dal ritardo, ma quando sono arrivate le stampate con la lista dei premi, il disappunto generale ha avuto il sopravvento. “Hanno premiato i più brutti”, s’è detto. Qualcuno pensava che si trattasse di uno scherzo, ma la premiazione che avanzava sotto gli occhi atterriti della stampa, confermava via via il verdetto scritto sulla carta.
Per la sceneggiatura o per il miglior contributo tecnico niente da dire: sia The Motel Life che Mai Morire hanno ritirato un premio atteso quanto meritato. Ma la serata ha virato nel ridicolo quando il Marc’Aurelio per la miglior attrice protagonista è stato consegnato a Isabella Ferrari per la sua interpretazione in E la chiamano estate, tra gli insulti generali (tipo “Fate schifo” e “Vergogna”) che continuavano a fioccare dalla platea. L’imperatore era nudo e qualcuno ha avuto il coraggio di dirlo: il fatto che pubblico e critica fossero stati così unanimi sul film di Paolo Franchi ha reso i riconoscimenti (anche la miglior regia) abbastanza farseschi. Un festival è anche questo del resto: sorpresa o delusione, e gli eccessi dei contestatori sono stati la misura del coinvolgimento emotivo quanto degli operatori del settore che del pubblico. La giuria ha difeso il film a più riprese, aggiungendo però che non aveva messo tutti d’accordo.
Alì ha gli occhi azzurri di Claudio Giovannesi ha avuto il Premio Speciale della Giuria. Jeremie Elkaim è stato giudicato miglior attore protagonista in Main dans la main. Infine Larry Clark ha vinto il massimo riconoscimento – miglior film – con Marfa Girl. Una frase del discorso introduttivo del presidente della giuria Jeff Nichols al regista la dice lunga: “…ci sono persone che passano la vita a raffinare una sola idea…”, il che riassume un concetto illustrato nei giorni precedenti. Clark da parte sua nel discorso di ringraziamento ha raccontato che questo era il primo riconoscimento della sua carriera (per qualche perfido anche l’ultimo, ndr). Annunciando che il film sarà possibile vederlo solo online, perché nessuno ad Hollywood né altrove ha avuto il coraggio di distribuirlo. Chissà appunto, concluso il festival e finiti gli echi delle polemiche quale sarà la vita di questi film in sala e nel resto della filiera cinematografica, ovunque essa abbia luogo…
Intanto Marco Müller, più agguerrito che mai, non ha nessuna intenzione di abbandonare il timone e nella conferenza stampa pomeridiana con i rendiconti del festival ha annunciato che per la prossima edizione si comincerà a lavorare dal 19 novembre. Chi ricorda quali erano le condizioni in cui il direttore aveva trovato il Festival di Venezia nel 2004 e quale fosse il risultato dopo otto anni della sua gestione, sa di cosa si parla. In attesa di scambiare qualche domanda e risposta col diretto interessato, forniamo un unico dato del primo mandato: +50% di stampa internazionale.
– Federica Polidoro
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