La Sicilia nomina assessore alla cultura (anzi al turismo) un musicista classe ’45, che non ha voglia di fare l’assessore (né di fare politica). Buon lavoro Franco Battiato
Rosario Crocetta è il nuovo governatore della Sicilia, eletto, causa astensionismo maggioranza assoluta, da appena il 14% dei siciliani. Un governo, il suo, senza i numeri sufficienti, che celebra la vittoria della disillusione popolare e del gap fatale tra politica e società civile. Il quadro non è del migliori, ma Crocetta lavora, alacremente, per prendere in […]
Rosario Crocetta è il nuovo governatore della Sicilia, eletto, causa astensionismo maggioranza assoluta, da appena il 14% dei siciliani. Un governo, il suo, senza i numeri sufficienti, che celebra la vittoria della disillusione popolare e del gap fatale tra politica e società civile. Il quadro non è del migliori, ma Crocetta lavora, alacremente, per prendere in mano le redini di una Sicilia in ginocchio come mai nella storia.
I primi passi? Metter su la sua giunta. L’assessore alla Salute lo aveva annunciato a una settimana dal voto: Lucia Borsellino, figlia del compianto Paolo, cognome rassicurante e un’esperienza come dirigente nel governo Lombardo, per lo stesso settore. E adesso, i Beni Culturali. Il secondo nome, ufficialmente annunciato nella giornata di oggi (ma anticipato nei giorni scorsi, tant’è che ne parlammo durante il weekend), arriva dal mondo dello spettacolo e promette faville. Sarà Franco Battiato l’uomo nuovo designato per risollevare le sorti culturali dell’isola, naufragata, ultimamente, in una palude limacciosa. Un nome di grande caratura, indubbiamente.
Battiato si è presentato, stamattina, alla stampa. Ma in quella che, sulle prime, sembrerebbe essere una buona notizia, qualcosa non convince. La nomina stessa, intanto, tradisce una sorta di effetto mediatico, operazione imbastita a puntino, a beneficio di una sinistra colta e garbatamente radical-chic. Fumo negli occhi? Vedremo.
Certo è che questa storia dei “tecnici” al governo pare voler rispondere, furbescamente, all’antipatia che il popolo nutre, oggi più che mai, nei riguardi della politica. Ma siamo proprio sicuri che la risposta non debba essere, invece, proprio dentro la politica stessa? Quella buona, s’intende, quella della nobile arte governativa. In sostanza: serve un musicista, ancorché straordinario, nel ruolo di assessore (non allo spettacolo, per altro, che ad oggi è accorpato al turismo e allo sport, ma alla cultura, ovvero ai beni culturali) o piuttosto un grande politico, che sappia dove mettere le mani? Uno certamente colto, sensibile, ma in primis capace di fare il mestiere suo?
Ed è su questo punto che Battiato inciampa, fin da subito. Perché nelle dichiarazioni rilasciate oggi si premura a precisare: “Non faccio politica, non voglio assolutamente avere a che fare con politici”. Un’affermazione grave, che lascia interdetti. Il rischio è infatti che – non avendo lui alcuna intenzione di far politica – il suo ruolo si confermi, as usual, come una copertura. Un assessorato fantoccio, espressione delle volontà politiche e degli interessi altrui.
Chi un pochino conosce l’infernale macchina della Regione Siciliana, sa benissimo che il problema è, invece, tutto interno a faccende politiche e burocratiche. Gli assessori, troppo spesso, non contano nulla: il vero nodo sta nelle dirigenze, longa manus del Governatore, che in pugno tengono le sorti della baracca. Facendo e disfacendo, tra fiumi di consulenze, rotazioni di incarichi e revisioni generali degli assetti amministrativi. La nomina di Franco Battiato, in questo senso, parrebbe solo avallare questa impostazione, evitando di intaccarla.
E in perfetta linea con il suo pensiero anti-politico, il neo incaricato aggiunge di non voler essere chiamato “assessore” (è diventata un’offesa, adesso?), di non voler percepire alcuno stipendio (male: il lavoro, quando è serio, si paga, specie in un ente che paga i propri ‘deputati’ più del presidente Obama) e soprattutto di potersi impegnare solo a mezzo servizio: “Non voglio stipendio perché mi dà un senso di libertà e mi rende libero di poter da un momento all’altro lasciare l’incarico. Scendo in campo volentieri, ma aggiungo parzialmente perché non posso e non voglio cambiare mestiere“. Pronto a scappare, dunque, alla bisogna.
Una confusione di base – nella scelta di Crocetta e nell’approccio di Battiato – tra il ruolo di direttore artistico e quello di assessore? Parrebbe proprio di sì. Battiato sarebbe stato un ottimo art director, al timone di un bel festival internazionale, dietro nomina di un assessore lungimirante: culturalmente e politicamente. I dubbi restano, invece, su un Battiato assessore egli stesso.
Premesse non confortanti, dunque. Per certi versi preoccupanti. Con la sensazione, vivissima, che i suoi sforzi per realizzare unicamente progetti ambiziosi, “eventi speciali che mettano in contatto la Sicilia con il resto del mondo, dalla Cina, all’America alla Germania”, non avranno un iter propriamente in discesa.
Anche perché, fatto salvo il giustissimo slancio d’ambizione che connota un idealista come Battiato, la vita terrena, poi, è tutt’altra cosa. Ed è fatta di lotte sfiancanti, in difesa anche nel più minuto tassello e della complessa rete territoriale di micro realtà, di micro funzionamenti, di micro progetti, in materia di cultura e beni culturali. Una lotta condotta lungo la trincea sporca e insidiosa della politica e della burocrazia: laddove si consumano, quotidianamente, lo scontro con i giochi di potere, le squallide raccomandazioni, le giostre impazzite delle inutili consulenze, i progetti avallati per interesse privato e quelli affondati per la medesima ragione, l’inefficienza governativa, i fondi europei che naufragano, fino alle care vecchie mazzette che, sinistra o destra che sia, piacciono tanto ai politici che Battiato non vuole nemmeno frequentare. Ma che amministreranno la Sicilia, proprio accanto a lui.
– Helga Marsala
*Postilla
Aggiorniamo in tempo reale l’articolo, a seguito delle dichiarazioni rilasciate stasera dal neo assessore Franco Battiato durante la trasmissione “Otto e Mezzo” su La7. Chiara la smentita: nonostante il governatore Crocetta lo avesse oggi presentato in conferenza stampa come nuovo assessore alla Cultura (ovvero, secondo attuale assetto regionale, “assessore ai Beni Culturali”) Battiato rettifica e precisa che si occuperà di “Turismo e Spettacolo”. Ma come? Non si erano chiariti prima col Presidente?! La motivazione, per altro, suonerebbe assai strana: “Così avrei più tempo libero per dedicarmi alle mie tournée, ai miei progetti artistici“, afferma, ribadendo di non volerne sapere di politica e di politici. Ma in che senso più tempo?! Qualcuno spieghi a Battiato che se i Beni Culturali sono impegnativi – ben più di una direzione artistica per organizzare festival e grandi eventi – l’assessorato al Turismo è pure peggio. Vero nodo economico e asset strategico per lo sviluppo della Regione. Insomma, di male in peggio: dalle dichiarazioni della prima ora alle rettifiche in tv, le perplessità lievitano, insieme al senso di confusione. A questo punto c’è da augurarsi, quantomeno, che si recuperi con un assessore alla cultura veramente credibile.
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