Tutta mia la città. A Milano l’asta Sotheby’s di arte contemporanea e moderna, l’unica dopo lo stop autunnale di Christie’s. Da tener d’occhio Sironi, de Chirico e Fontana
È l’unica asta di arte contemporanea e moderna rimasta a Milano in autunno, visto che da quest’anno Christie’s ha deciso di annullare la sessione autunnale, mantenendo solamente quella primaverile, assieme a quella di Dipinti Antichi. Grave segnale di crisi, a cui Sotheby’s è riuscita a resistere trovandosi ora priva di concorrenza nel mercato italiano di […]
È l’unica asta di arte contemporanea e moderna rimasta a Milano in autunno, visto che da quest’anno Christie’s ha deciso di annullare la sessione autunnale, mantenendo solamente quella primaverile, assieme a quella di Dipinti Antichi. Grave segnale di crisi, a cui Sotheby’s è riuscita a resistere trovandosi ora priva di concorrenza nel mercato italiano di fine 2012: ed ecco le sessioni di martedì 27 e mercoledì 28 novembre. Come sempre, un catalogo fatto su misura per il collezionismo italiano: grandi artisti ben rappresentati da opere di piccolo formato e con stime contenute. Come ad esempio un Gerhard Richter dalle dimensioni di 10×14 cm, olio su stampa fotografica del 1989, stimato 30-40mila euro, e Robert Mangold con Untitled del 1973, stimato 35-45mila. Piccole dimensioni anche per la selezione di opere di Alberto Burri dagli anni ‘50 agli ‘80, fra le quali Spider, un sacco su tavola del 1954, valutato 180-250mila euro; Combustione CP 5, una Plastica del 1964 stimata 200-300mila euro, che sarà protagonista della prossima mostra del Guggenheim.
Interessante il lavoro di Domenico Gnoli, Souris Blancs dans leurs Cages del 1967, reduce da una recente personale a New York, stimato 150-200mila euro. Tra le opere degli anni Cinquanta, Giuseppe Capogrossi con Superficie 151, una tela del 1954, stimata 70-90mila euro; del 1956 è Concetto Spaziale (Autoritratto) di Lucio Fontana, un’opera “Barocca”, realizzata in olio, sabbia e glitter su tela, stimata 500-700mila euro. In catalogo poi un gruppetto di opere degli anni ‘60 di Mario Schifano, che presentano tuttavia delle stime iniziali leggermente sostenute. Il 1963 rappresenta un anno molto importante per Schifano che, lasciando lleana Sonnabend per una galleria di Roma, ne segna il passaggio alla Pop Art. In catalogo, Particolare di paesaggio italiano, stimato100-150mila euro, e Senza Titolo, stimato 130-180mila. Sempre del 1963 è Achrome di Manzoni, realizzata in pallini di polistirolo e caolino e valutata tra i 180-250mila. Del 1964 Rosa di Bonalumi, una pancia stimata 60-80mila euro, mentre è del 1967 una tapperella bianca, dalla stima invitante di 30-40mila. Presente anche Castellani con una Superficie bianca del 1985, stimata 120-180mila.
Due i lavori di Gianni Colombo, tra cui Strutturazione pulsante, polistirolo espanso in cassetta di legno, con motore elettrico del 1959, stimata 40-60mila euro. Fra gli artisti stranieri, un bell’esempio della ricerca artistica di Jesus Rafael Soto, con Oliva e Argento del 1969, stimata 180-250mila. Ai primi lotti del catalogo, una selezione raffinata di opere di Prampolini, con Rarefazione Siderale del 1940 (60-80mila euro), di Giorgio de Chirico del 1933, Tre Danzatori, realizzata in occasione del suo lavoro di scenografo e costumista per “I Puritani” di Bellini del maggio fiorentino di quell’anno (300-400mila euro), un bellissimo capolavoro di Sironi degli anni ‘30, Il Lavoro, tela monumentale realizzata a Roma, stimata 400-600mila euro.
– Martina Gambillara
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