Videomaker in stop-motion. Prima esperienza da regista di videoclip per la fotografa Silvia Camporesi. Che gira alla Casa del Fascio di Predappio per il duo santobarbaro
Dopo i Masbedo con i Marlene Kuntz, ora anche Silvia Camporesi si dà alla regia musicale. La nota fotografa e videoartista forlivese ha infatti diretto il videoclip dei suoi conterranei santobarbaro, un duo di electro-cantautori, composto da Pieralberto Valli e Franco Naddei (conosciuto anche come Francobeat) che vede la partecipazione nei live di Davide Fabbri […]
Dopo i Masbedo con i Marlene Kuntz, ora anche Silvia Camporesi si dà alla regia musicale. La nota fotografa e videoartista forlivese ha infatti diretto il videoclip dei suoi conterranei santobarbaro, un duo di electro-cantautori, composto da Pieralberto Valli e Franco Naddei (conosciuto anche come Francobeat) che vede la partecipazione nei live di Davide Fabbri ai synth ed Enrico Mao Bocchini alla batteria e alle lamiere. La scintilla che ha fatto scattare questa inedita liaison? Il nuovo album navi che uscirà il 29 novembre e sarà presentato live sabato 1 dicembre al Clandestino di Faenza. In questi mesi di registrazioni presso il Cosabeat studio, in collaborazione con Sfera Cubica, i santobarbaro hanno infatti avuto l’occasione di incontrare Silvia Camporesi, con la quale hanno deciso di lavorare per la realizzazione del videoclip di terzo paesaggio. Un lavoro trasversale tra videoarte e videoclip, diretto da un’artista visiva, messa a confronto con una forma-canzone insolita, in puro stile santobarbaro, con un’originale attenzione ai testi e una particolare cura per le parole, che diventano quasi codici: in bilico tra frasi spesso lasciate a metà e pensieri in flusso intermittente, senza un tempo preciso.
“L’idea del video è nata ascoltando ripetutamente la canzone – ha spiegato Camporesi -. Il ritmo mi ha suggerito una sequenza in stop motion, in cui i passaggi da un’immagine all’altra coincidono con il tempo della batteria. I luoghi ripresi sono edifici abbandonati, stanze in cui la natura rientra e si riappropria delle superfici. Da qui il concetto di ‘terzo paesaggio’ di Gille Clèment che dà il titolo alla canzone. La figura che compare e scompare, suggerita e mai immobile, è in linea con l’andamento fluttuante delle immagini”. Il tutto è poi accompagnato sia da un’elettronica viva, suonata, con echi new wave e trip-hop da un lato, sia da un importante sguardo sull’arte nel suo complesso, grazie alle tavole del noto illustratore Toni Demuro che accompagnano l’artwork di navi. Il video di terzo paesaggio è stato girato a Predappio, tra la Caproni (una vecchia fabbrica costruita durante il ventennio e all’interno della quale si costruivano aerei) e la Casa del Fascio. Due luoghi affascinanti, in disuso da molti anni, che contribuiscono a sottolineare la dimensione onirica del brano.
– Claudia Giraud
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