Destino e funzione della critica d’arte. Se n’è parlato tra Amsterdam e Rotterdam, con un parterre internazionale. Mentre si assegnava il premio per la migliore recensione
Diversi punti di vista da cui affrontare l’argomento: giornalisti, critici e curatori, riuniti per portare l’attenzione sull’importanza di coltivare una critica e un giornalismo d’alto livello. Tra il Witte de With di Rotterdam e lo Stedelijk Museum di Amsterdam, il simposio “I am for an art criticism that…” ha provato a fare il punto sul […]
Diversi punti di vista da cui affrontare l’argomento: giornalisti, critici e curatori, riuniti per portare l’attenzione sull’importanza di coltivare una critica e un giornalismo d’alto livello. Tra il Witte de With di Rotterdam e lo Stedelijk Museum di Amsterdam, il simposio “I am for an art criticism that…” ha provato a fare il punto sul tema. E la riflessione, nell’appuntamento dello scorso 28 e 29 novembre, non ha risparmiato niente e nessuno: dall’impatto mediatico sul pubblico al ruolo educativo di critica e stampa, passando per il format giornalistico dalle “catchy headlines over relevant content”.
Defne Ayas (direttrice del Witte de With), Barbara Visser (artista di Amsterdam), Anthony Downey (direttore del Sotheby’s Institute of Art, Londra) e Brian Kuan Wood (co-fondatore di e-flux, New York) sono alcune delle voci intervenute, a dimostrazione della volontà di creare una connessione tra contesto locale e internazionale. Due eventi altrettanto importanti, annessi al simposio, sono stati Writer’s Clinic, workshop curato da Adam Kleinmann per giovani e aspiranti critici d’arte, e il premio Prijs voor de Jonge Kunstkritiek, organizzato da de Appel, Mondriaan Fund e Witte de With. Tre i vincitori proclamati quest’anno: Roos van der Lint per la sezione saggi, Joke de Wolf per le recensioni e Marieke Ladru per la categoria internet.
– Emma I. Panza
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