In cinque per contendersi il Madre. Si stanno svolgendo in queste ore le interview finali per scegliere il direttore del museo napoletano. Spunta uno straniero?

Sarebbe bastato appostarsi nella giornata di oggi all’aeroporto di Capodichino o alla stazione di Napoli Centrale per indovinare in men che non si dica il quintetto dei nomi che si stanno contendendo la poltrona di direttore del Madre, il museo d’arte contemporanea partenopeo reduce da ormai troppi mesi di problemi e assai voglioso di rimettersi […]

Sarebbe bastato appostarsi nella giornata di oggi all’aeroporto di Capodichino o alla stazione di Napoli Centrale per indovinare in men che non si dica il quintetto dei nomi che si stanno contendendo la poltrona di direttore del Madre, il museo d’arte contemporanea partenopeo reduce da ormai troppi mesi di problemi e assai voglioso di rimettersi in carreggiata.
Trentatré i contendenti, poi per vizi di forma diventati subito trentadue. Cinque quelli inseriti nella finalissima che si sta giocando in queste ore? Perché in queste ore? Perché tra l’inaugurazione della mostra di Sol Lewitt al Madre e il grande weekend dell’arte in città si sono ottimizzati i tempi e l’ampia commissione è stata convocata per stringere i tempi e rispettare le promesse del concorso internazionale di una nomina da ufficializzarsi durante la prossima settimana.
Su quali siano i cinque, dicevamo, non avendo fatto in tempo a sguinzagliare i nostri 007 presso gli hub trasportistici partenopei non possiamo azzardare. Pare certo l’ingresso tra i top five di Andrea Viliani (sarebbe molto strano il contrario) e di Thomas Peutz inventore dello Smart Project di Amsterdam. Potrebbe essere della partita anche Alberto Salvadori, toscano classe ’69, che ha diretto più di qualche istituzione facendosi largo a suon di mostre di qualità e sofisticate nella difficilissima piazza di Firenze con il Museo Marino Marini. Molti sono invece coloro che punterebbero i loro due cents su una donna, proveniente dalla Svizzera ma abbastanza di casa a Napoli…
Tra gli illustri esclusi quasi certi Andrea Bruciati, che con una lunga esperienza come direttore di un’istituzione poteva ben sperare di entrare nella short list, ed Eugenio Viola, che da una parte era avvantaggiato e da una parte era penalizzato dalla sua presenza negli anni passati nella “dirigenza” del Madre. Avendone curato, assieme ad Adriana Rispoli, la project room risultava forse il più esperto tra i 32, ma per lo stesso motivo era, giocoforza, il più legato alla precedente gestione che l’attuale nuovo corso ha voluto superare.
Una volta scelto il nome, comunque, arriveranno i problemi per il nuovo direttore chiamato ad un compito davvero arduo. Sia dal punto di vista della collezione, sia dal punto di vista delle mostre (con il poco budget a disposizione), sia dal punto di vista della gestione amministrativa con la complessa coabitazione con la società Scabec, ancora dotata di molte deleghe decisionali e operative sul museo.

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