Riunire in un unico libro tutti i pavimenti specchianti di Alfredo Pirri. Si è innamorata del progetto una grande multinazionale tedesca. Che l’ha realizzato e l’ha presentato a Roma con un workshop di alto profilo
“Facilitare una dimensione artistica, e non solo, come punto d’incontro tra persone che si trovano in uno spazio culturale dilatato, per tornare a pensare ciò che l’unione d’intenti riesce ad esprimere. Non un punto d’arrivo bensì d’inizio e di differenziazione appassionante per ritrovare se stessi in una dimensione nuova e per tutti necessaria”. Davvero non lo direste mai, […]
“Facilitare una dimensione artistica, e non solo, come punto d’incontro tra persone che si trovano in uno spazio culturale dilatato, per tornare a pensare ciò che l’unione d’intenti riesce ad esprimere. Non un punto d’arrivo bensì d’inizio e di differenziazione appassionante per ritrovare se stessi in una dimensione nuova e per tutti necessaria”. Davvero non lo direste mai, ma si tratta delle parole di un ingegnere. Di più: si tratta di una frase di un amministratore delegato di una multinazionale. Amministratore delegato forse per questo soprannominato da qualcuno dei suoi “amministratore delicato”. Stiamo parlando della Dorma e in particolare della filiale italiana della società tedesca leader mondiale nel settore del controllo accessi per porte, pareti manovrabili, uscite di sicurezza e accessori per il vetro nelle grandi costruzioni. Proprio il vetro è stato galeotto nell’avvicinamento di un colosso da un miliardo di euro di fatturato con il mondo dell’arte contemporanea. “Il caso ha voluto – ci racconta Alfredo Pirri che di questo avvicinamento è la causa e l’effetto – che la società che realizza i miei pavimenti specchianti abbia iniziato a collaborare strettamente con la Dorma, gli artigiani che mi seguono hanno fortuitamente mostrato il mio lavoro ai capi dell’azienda e da lì è nato un rapporto che si è evoluto negli ultimi tempi“.
Un rapporto che ha portato l’amministratore delicato di cui sopra (Giuliano Modesti) ad interessarsi sempre di più dell’opera dell’artista Alfredo Pirri. In particolare al progetto Passi che, da anni, Pirri declina realizzando negli spazi più vari pavimenti specchianti necessariamente frantumati. Con ben fissa la stella polare di Adriano Olivetti, Modesti è andato avanti nella sua convinzione che l’arte (“il bello”, per dirla con le sue parole) potesse dare un contributo, perché no, anche al benessere della sua realtà aziendale. Il primo step di questo esperimento è stata la realizzazione di un eccellente volume (edito da Gli Ori e curato da Angelandreina Rorro con testi, tra gli altri, di Daria Filardo, Federico Fusi, Ludovico Pratesi, Maria Vittoria Marini Clarelli, Stefania Frezzotti, Corrado Bologna) che racconta e mette in fila dieci anni di Passi. Dieci anni di pavimenti specchianti e infranti di Alfredo Pirri a partire da quello della Certosa di San Lorenzo del 2003, passando per quello di Villa Guastavillani (indimenticabile appuntamento sulle colline di Bologna durante una ArteFiera di qualche anno fa), quello della Tenuta dello Scompiglio, quello dell’Accademia di Firenze fino al nuovo grandioso ingresso della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Proprio alla Gnam si è tenuta la presentazione del libro, lo scorso venerdì 30 novembre (poi in replica il giorno successivo alla Facoltà di Architettura). Non una presentazione ordinaria ma un vero workshop di filologia, azienda, ingegneria, architettura, arte e costruzioni con interventi di Corrado Bologna, Hans Kollhoff, Odine Manfroni (lo vedete nella foto mentre si fa girare le slide a mano da un assistente perché volutamente non si è voluto utilizzare apparecchiature elettroniche per coadiuvare gli speach) coordinati da Nicola Di Battista.
Una bella notizia l’arrivo nel mondo dell’arte di un’altra importante azienda pronta a dare il proprio contributo a valore aggiunto nel dibattito. Una non-notizia, ma semmai una piacevole conferma, la formidabile capacità aggregativa orizzontale di un artista come Alfredo Pirri, tra i pochissimi in grado di trovarsi a proprio agio in dialogo con tutte le discipline adiacenti all’arte: dalla filologia all’architettura, dall’ingegneria alla scienza delle costruzioni.
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati