500 milioni di dollari. A due mesi dagli eventi newyorkesi, l’Uragano Sandy presenta il conto: e le compagnie di assicurazione si leccano le ferite
Brutta esperienza, fortuna che ormai è solo un ricordo? Mica tanto: certo, ormai il famigerato Hurricane Sandy, che ha squassato l’East Cost americana, accanendosi in special modo su New York City, è lontano più di due mesi, eppure la conta dei danni è solo agli inizi. E le gallerie di Chelsea, per soffermarci all’artworld, in […]
Brutta esperienza, fortuna che ormai è solo un ricordo? Mica tanto: certo, ormai il famigerato Hurricane Sandy, che ha squassato l’East Cost americana, accanendosi in special modo su New York City, è lontano più di due mesi, eppure la conta dei danni è solo agli inizi. E le gallerie di Chelsea, per soffermarci all’artworld, in molti casi hanno ancora i portoni ben chiusi, contrariamente alle prime ottimistiche previsioni.
Ma chi si trova a fronteggiare una situazione del tutto nuova sono le compagnie di assicurazione: allo stato attuale le stime delle perdite per i danni alle gallerie allagate e per le opere d’arte in rovina oscillano fino a un massimo di 500 milioni di dollari, corrispondenti all’intero giro d’affari del comparto. E sarebbe la più grave perdita che gli assicuratori abbiano mai sostenuto dal mondo dell’arte.
Con dei casi quasi increbidili: il solo pop artista Peter Max lamenterebbe danni per 300 milioni di dollari, dopo che tutte le sue opere su carta sono andate irrimediabilmente distrutte. E le opere più delicate, quelle su legno, per esempio, hanno sofferto anche per la prolungata mancanza di energia elettrica, che ha messo fuori uso gli impianti di climatizzazione ed umidificazione.
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