Aste on-line, cross-marketing e lancio di nuovi settori: su tutti il fumetto. Sta qui il successo di Artcurial, che in barba alla crisi presenta un bilancio con fatturato in crescita del 13,5%.
Il refrain dell’arte come bene rifugio è ormai una nenia che non stupisce più nessuno e che, soprattutto, non basta da solo a spiegare i sorrisi a trentadue denti ostentati dalle parti di Artcurial: la casa d’aste francese presenta a Milano il bilancio di un 2012 chiuso oltre le più rosee aspettative; con un aumento […]
Il refrain dell’arte come bene rifugio è ormai una nenia che non stupisce più nessuno e che, soprattutto, non basta da solo a spiegare i sorrisi a trentadue denti ostentati dalle parti di Artcurial: la casa d’aste francese presenta a Milano il bilancio di un 2012 chiuso oltre le più rosee aspettative; con un aumento di fatturato del 13,5%, a proseguire il trend positivo registrato negli ultimi anni (40% in più nel triennio 2010-2012). Numeri che irridono la crisi e che nascono da strategie decisamente eclettiche, con la progressiva moltiplicazione di aree di interesse sempre più eterodosse: freschi di giornata i risultati dell’ultima asta parigina dedicata alla street-art, andata in archivio con l’85% dei lotti venduti ad una cifra complessiva che viaggia sul milione di euro. Le arti più nuove bilanciano il flop del contemporaneo: sarebbe stato difficile replicare il boom del 2011, con la straordinaria attenzione riservata alla collezione Jean Pollack, ma un calo delle vendite degli artisti del dopoguerra prossimo al 40% è dato decisamente scoraggiante.
A tirare, allora, sono i mercati meno tradizionali. Su tutti quello dell’arte asiatica, che sfiorando i 5milioni di vendite doppia abbondantemente i risultati dell’anno precedente: record certamente favorito dalla recente apertura della succursale pechinese di Artcurial; successo trainato dal caso, anche mediatico, del sigillo in giada della dinastia Qing battuto ad oltre un milione e centomila euro. A strabiliare è anche, forse soprattutto, il boom del fumetto: che passando dai sei milioni e mezzo scarsi del 2011 ai quasi dodici dell’anno successivo registra un successo che in pochi avrebbero saputo pronosticare. Stabile il mercato del vintage, ambito comunque stupefacente: razziate, in un colpo solo, 66 borse Hermès. Ad una cifra complessiva che tocca il milione di euro.
Cambiano i gusti del collezionista, insomma; e cambia il loro raggio di azione, sempre più orientato alla differenziazione di un investimento che non si concentra su un genere specifico, ma tende a spaziare. Cambia, infine, anche il modo di partecipare alle aste. Non rappresenta che il 2,33% del totale delle vendite, ma è cresciuto del 54% in un anno: il sistema Bids gestito da Artfact, che permette di prendere parte alle sedute via web, comincia a ingranare, portando nelle casse di Artcurial tre milioni e mezzo di euro.
– Francesco Sala
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