Cultura, paesaggio, sicurezza. Questo il podio delle Primarie della Cultura, promosse dai giovani del FAI, che presentano i risultati a Roma. Ma emerge una desolante carenza di strategie…
“Non 1 di meno: quota minima 1% dei soldi pubblici per la cultura” (17,5%), “Chi tocca il suolo muore: stop al consumo del paesaggio” (14,9%), “Io non dissesto: piani certi per la sicurezza del territorio” (9,5%), “Agri-cultura: più lavoro e benessere a km zero” (8,8%), “Diritto allo studio, dovere di finanziarlo” (7,8%). Sono queste le […]
“Non 1 di meno: quota minima 1% dei soldi pubblici per la cultura” (17,5%), “Chi tocca il suolo muore: stop al consumo del paesaggio” (14,9%), “Io non dissesto: piani certi per la sicurezza del territorio” (9,5%), “Agri-cultura: più lavoro e benessere a km zero” (8,8%), “Diritto allo studio, dovere di finanziarlo” (7,8%). Sono queste le problematiche di ambito culturale che stanno maggiormente a cuore agli italiani, quelle che vorrebbero sottoporre ai candidati alle prossime elezioni politiche. Questi almeno sono i risultati delle votazioni delle Primarie della Cultura, lanciate online il 7 gennaio dai giovani del FAI – Fondo Ambiente Italiano, ed appena presentati a Roma, al Macro: un successo, con oltre centomila voti raccolti sulle 15 le tematiche proposte.
Indicazioni significative arrivano però anche “in negativo”, ovvero dalle proposte che i votanti hanno ritenuto meno urgenti: come quella che chiedeva “più start-up per tutti: vere agevolazioni per i giovani”, votata solo dal 4% dei partecipanti, e “No profit, no tasse: incentivi per chi opera nei beni culturali”, che ha avuto il 2,8% delle indicazioni. Che è un po’ come dire: gli italiani percepiscono la necessità di una maggiore attenzione della politica ai temi della cultura, ma difettano in termini di strategia e di prospettiva. Un po’ come i politici ai quali vorrebbero appellarsi…
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