I Martedì Critici al Pecci di Milano. Emilio Isgrò e la storia delle cancellature: il racconto di un maestro del secondo Novecento
Tornano, con l’inizio del 2013, i Martedì Critici, oramai un cult che scandisce le settimane dell’Italia dell’arte. Il nuovo ciclo coinvolge per il secondo anno il Museo Pecci, rinnovando la trasferta milanese. Dieci incontri in tutto, che vedranno impegnato lo staff – in primis i due curatori, Alberto Dambruoso e Marco Tonelli – fino al […]
Tornano, con l’inizio del 2013, i Martedì Critici, oramai un cult che scandisce le settimane dell’Italia dell’arte. Il nuovo ciclo coinvolge per il secondo anno il Museo Pecci, rinnovando la trasferta milanese. Dieci incontri in tutto, che vedranno impegnato lo staff – in primis i due curatori, Alberto Dambruoso e Marco Tonelli – fino al prossimo 2 aprile. Quasi tutti confermati i nomi, che vi anticipiamo fin da ora: Emilio Isgrò, Paolo Grassino, Gianni Dessì, Giovanni Albanese, Paolo Icaro, Chiara Dynys, Piero Gilardi, Sergio Ragalzi. Ultimi due in attesa di conferma.
Si parte dunque con Isgrò, maestro assoluto del concettuale, tra le figure più apprezzate a livello internazionale nel panorama italiano del secondo Novecento. Isgrò è e resterà, nell’immaginario collettivo, l’artista delle “cancellature”. Colui che fece della sottrazione un’affermazione, che tramutò il vuoto di segno in pieno di senso: una scrittura fatta di assenze, la sua, che ha ricamato porzioni di meditazione, di dubbio, di sospensione e di resistenza, lungo le pagine di testi classici, romanzi, scritti autografi, spartiti, carte geografiche, documenti storici.
Lavoro da fine decostruzionista, che rimette in gioco la pratica interpretativa, quella semiologica, quella conoscitiva. La ricerca di nuovi significati passa qui attraverso la manipolazione, l’occultamento e la ridiscussione del già dato e del già detto. Così che il racconto si trasformi in visione, nel momento in cui è la parola a farsi segno: la rete di pieni e di vuoti, che articola le pagine nuove, dispiega un universo utopico. Il luogo dell’infinitamente possibile. E in questa contrapposizione continua tra bianchi e neri, sparizioni ed emersioni, l’artista siciliano ha affrontato anche lo spazio instabile del proprio Io, sfidando il concetto di identità: qui negata, lì ritrovata, a volte smentita, altre dichiarata. Identità in bilico, nelle testimonianze degli altri e nella consapevolezza di sé. “Dichiaro di non essere Emilio Isgrò” (1971): l’assunzione di un paradosso, di un’invincibile aporia, di una moltiplicazione e un’apertura dell’Io. Un gesto di contestazione, camuffato da definitivo rigetto.
Il lavoro di Isgrò verrà ripercorso, nell’arco della serata, attraverso uno slide show con alcune immagini salienti della sua produzione: una storia che sarà lui stesso a raccontare, in dialogo con la lettura critica dei due curatori. Il video, come sempre, arriva la prossima settimana. Su Artribune Television.
– Helga Marsala
I Martedì Critici- Emilio Isgrò
22 gennaio 2013
Museo Pecci – Ripa di Porta Ticinese, 113 – Milano
Ingresso: libero
Orari: 19.30-21.30
Contatti: mob. 339 7535051
[email protected]
www.imartedicritici.com; www.centropecci.it
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