Il ritorno del Matteo Boetti gallerista. Aprirà a Todi il nuovo spazio che riprende il testimone di Autori Messa ed Autori Cambi
In principio, aveva vent’anni ed era “solo” il figlio del grande Alighiero Boetti, ci fu l’esperienza di assistente della capitolina Galleria D’Ascanio, poi, a metà degli anni Novanta l’esperienza cruciale di Autori Messa, la galleria al Pantheon che segno quel decennio a Roma, poi una fase nel mondo della musica a suonare e incidere dischi […]
In principio, aveva vent’anni ed era “solo” il figlio del grande Alighiero Boetti, ci fu l’esperienza di assistente della capitolina Galleria D’Ascanio, poi, a metà degli anni Novanta l’esperienza cruciale di Autori Messa, la galleria al Pantheon che segno quel decennio a Roma, poi una fase nel mondo della musica a suonare e incidere dischi con i Superlusso, di seguito un ritorno importantissimo al mondo dell’arte: l’apertura, nel 2002 della galleria Autori Cambi dà la stura alle mille nuove gallerie che a Roma aprirono i battenti tra il 2002 e il 2007, come se tutti stessero aspettando i suoi movimenti. La galleria durò nello spazio di San Martino ai Monti per tre anni e nel 2005/2006 si trasferì nel Rione Prati, con il nome di Studio Matteo Boetti. Dopodiché stop a giovani artisti e gallerie: Matteo Boetti, di lui stiamo parlando, ormai maturo quarantenne si ritira nella campagna umbra a occuparsi di trekking a cavallo e olio d’oliva, naturalmente con sempre sullo sfondo l’attività dell’Archivio Boetti.
Oggi si sta concretizzando un nuovo ritorno, l’ennesimo. Non più a Roma, bensì proprio al centro di Todi ormai patria definitiva del gallerista. La nuova avventura, che dovrebbe aprire entro l’estate, si chiamerà Bibo’s Place dove “bi” sta per Andrea Bizzarro, il cognome del mercante d’arte secondo socio, e “bo” per Boetti, Matteo. Gli spazi? Sono quelli della galleria Extramoenia, ora non più in attività, dopo la recente scomparsa della titolare, Giuliana Soprani, vedova dell’artista Pietro Dorazio. Proprio Dorazio potrebbe essere il primo protagonista negli 80mq di Bibo’s, ma non da solo: la galleria prevede di allestire spesso delle doppie personali (d’altro canto erano state una specialità di Matteo anche durante il periodo di Autori Cambi) affiancando un grande maestro ad una giovane promessa e questo sarà anche il caso della prima mostra, con Rebecca Ward, promettente artista americana ventiseienne, già legata in qualche modo all’Umbria, collaborando con la galleria umbro-londinese Ronchini. Non è escluso che il nuovo spazio verrà dotato di tutto quel che è necessario (appartamenti e quant’altro) per mettere in piedi un bel programma di residenze nel cuore dell’Umbria dedicate ad artisti internazionali. Una apertura che rappresenta un bel segnale in questi mesi di profonda crisi e sfiducia: solitamente le mosse di Matteo Boetti hanno anticipato periodi di vivacità e sviluppo culturale.
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