Le Artisanal Intelligence di AltaRoma alla conquista di Milano. Per gli spazi del White Fashion Show un progetto colto, creativo e tutto orientato al made in Italy. Il gusto ineguagliabile del “fatto a mano”
Era oggi l’ultimo giorno per godersi, a Milano, le proposte di White, evento tutto orientato alla liaison tra fashion&business, che in questo secondo weekend di gennaio ha provato a fare il punto su nuove esigenze e proposte in fatto di stile, tendenze, economie. Seimila metri quadrati, a disposizione di oltre 120 marchi, con la regia […]
Era oggi l’ultimo giorno per godersi, a Milano, le proposte di White, evento tutto orientato alla liaison tra fashion&business, che in questo secondo weekend di gennaio ha provato a fare il punto su nuove esigenze e proposte in fatto di stile, tendenze, economie. Seimila metri quadrati, a disposizione di oltre 120 marchi, con la regia di Massimiliano Brizzi.
Tra i progetti che hanno maggiormente catturato l’attenzione, anche Artisanal Intelligence, network nato nell’ambito di AltaRoma, per mettere insieme moda, arte contemporanea e artigianato. Concetti chiave: ricerca e made in Italy. A.I esiste in rete, in forma di web magazine, sviluppandosi poi attraverso una serie di eventi, tra cui la A.I. Fair. Così, creando un ponte tra Roma e Milano, la piattaforma creativa e di comunicazione targata A.I. è approdata nel circuito di White, continuando a diffondere il verbo della qualità sartoriale, tra hand made e trailor made: un percorso che AltaRoma compie, fin dai suoi albori, nella valorizzazione dell’art&craft più giovane e sperimentale.
L’avventura meneghina di A.I., batezzata Remove, ha visto protagoniste 18 storie creative, figlie di un concetto di produzione innovativo e insieme legato alla tradizione: designer, artigiani, artisti, che interpretano abiti e accessori come preziosi oggetti simbolici e insieme funzionali, custodi di memorie ma con uno sguardo in avanti. Storie da un’Italia in fermento, nonostante la crisi, nonostante l’impasse economico e culturale. A scriverle erano Setecento, Badura, Bibijou, Barbanera, Chiara Cola, Altalen, Emiliano Maggi per Bomba, Chiara Baschieri, Katerina Kouzmina, Glix Atelier, Ludovica Amati, Move Officione del cappello, pesceepatata, Retropose, Soulskin, Studiopretzel, Tiziano Guardini, V.V.by kidz. Noi ve ne restituiamo un frammento, con una piccola fotogallery. E promuoviamo a pieni voti operazioni come questa, che segnano una direzione felice: nell’incontro tra un fashion-expo come White e un progetto fortemente creativo come Artificial Intelligence, si consuma il gioco di scambi tra la disciplina e il pragmatismo del Nord, e l’eccentricità passionale del Sud. Una venatura più concettuale per il contenitore commerciale milanese, e una straordinaria opportunità di mercato per il laboratorio romano. Economie colte, per una cultura che muove anche l’economia.
– Helga Marsala
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